sabato 17 marzo 2012

Bisogni diversi

A volte è solo questione di minuti, bastano solo quei pochi minuti per raddrizzare il tuo punto di vista, per ricordarti cosa è essenziale nella vita.
E' un sabato mattina nuvoloso questo di oggi. Benché questo grigio ingrossi il mio torpore da fine settimana, mi sento piuttosto positiva. Penso ai prossimi ritorni per le vacanze di Pasqua, e mi sento in fibrillazione. Tra un paio di settimane avrò finalmente quell'abbraccio atteso per più di due mesi.
All'improvviso l'umanità mi parla tutta assieme: mi grida il suo dolore, la sua preoccupazione, le sue contraddizioni. Mi fa salire la commozione e la rabbia allo stesso tempo.
Dall'Oriente, via mail, mi arriva la storia di un operaio che stanotte è stato trovato con la testa fracassata. Era andato a caccia e ha subito un incidente. Lascia una moglie e quattro bambini. Il mio narratore, basito, mi porta dentro la realtà difficile di quella comunità: la famiglia campava con il misero stipendio dell'uomo (a volte veniva pagato anche dopo 6-7 mesi) e di cacciagione. Ieri, giornata di riposo in cantiere, era andato a procurarsi dell'altro cibo su per le montagne, e ha perso la vita. 
Dalla mail percepivo come potesse sentirsi atterrito colui che metteva in comune con me questa situazione. E mentre anche io prendevo coscienza del dolore di quella famiglia, mia madre e una mia amica mi tempestavano di telefonate. La prima mi trasmetteva la preoccupazione per l'esito dell'operazione agli occhi di mia cugina, che ieri aveva avuto serie complicazioni. Le avevano fatto ben due anestesie. 
La mia amica mi telefonava per comunicarmi il suo dramma: la colf andava via! Dovevo aiutarla a trovare qualcuna nell'associazione dove faccio volontariato; farle avere notizie il prima possibile perché la questione è importantissima (a ciascuno le proprie priorità, a ciascuno le proprie tragedie. Sigh). Mentre faceva queste pretese (irritanti per quello che avevo in cuore io in quel momento), pensavo alla famiglia dell'operaio, a quella donna con i suoi bambini. Mi consola pensare che queste comunità - a differenza delle nostre - si supportano reciprocamente, si stringono attorno alla vedova e ai suoi bambini. La famiglia dell'operaio non resterà sola, avrà un conforto, una presenza, un affetto che noi occidentali (così presi da bisogni inutili e così solitari) non siamo più in grado di praticare.
Volti diversi di questa nostra umanità, necessari a ricordarmi come va il mondo e come voglio che sia il mio contributo per questo mondo. Sono proprio le mille sfaccettature o, per meglio dire, le mille contraddizioni sociali che ci ricordano che abbiamo la responsabilità di vivere bene la nostra vita, con un cuore che guarda all'altro e non solo al nostro io, per provare a livellare le sperequazioni.
"A volte l'essenziale è invisibile agli occhi", dice il piccolo Principe. A volte il dolore di estranei serve a renderci più umani, più attenti. Ci indica proprio l'essenziale.

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