venerdì 20 luglio 2012

Mary Grace

Quale deserto
quale buia ed intricata foresta
dovrò ancora
e ancora attraversare
per conoscere te.
Ho inciampato in anime dure come sassi
ne ho saltato di vuote come precipizi
e il mio sguardo si fermava sul limite
tra sofferenza e desiderio.
Tu lì non c'eri, ti ho cercato
in ogni alba e in ogni tramonto.
Cammino faticosamente tra i rovi acuminati
di contraddittori sentimenti,
non ho più catene che m'imprigionano ad illusioni.
L'unico mio pensiero è di non perdermi,
di più, di non svilirmi.
Per questo forse dovrei soltanto fermarmi.

Mariagrazia Anna Di Nardo

Per descrivere Mariagrazia sceglierei un unico aggettivo: profonda. Guardi dentro di lei e scopri un mondo contraddistinto dal Bello, in cui l'Altro si sente profondamente compreso e protetto. Ha quella sensibilità, con vette vertiginose, che solo certe poetesse posseggono. Ha dote di profeta.
Siamo state compagne di studi e di vita quando frequentavamo la facoltà di lettere e filosofia dell'università di Roma Tor Vergata (ove fu ribattezzata Mary Grace da alcuni colleghi). Per molti anni abbiamo spezzato insieme il pane delle attese, delle speranze, dei progetti, delle passioni. E'stata presente in un periodo felice e fecondo della mia vita; per questo è tra i ricordi più teneri a cui mi aggrappo in certe giornate autunnali. 
Ha salutato Roma nel momento in cui non riusciva più ad avere il nutrimento di cui il suo essere necessitava e si è chiusa dietro di sé la porta della città eterna per seguire il vento nuovo del nord, compiendo un taglio senza drammi. Ora, a distanza di anni, capisco il perché di quel cambiamento; ora, più che a quel tempo, condivido, invidio, rispetto quella scelta. Forse perché non ho mai avuto il suo coraggio: il coraggio di aprire un'altra porta.
Questo post dedicato a lei e alle sue parole nasce dopo aver letto il suo status facebook. La sua voce continua a confondersi con la mia, i suoi pensieri sono sempre gemelli dei miei. Era ora che Aska, nel suo misero spazio, rendesse omaggio a quell'anima straordinaria di Mary Grace.




Ripensando a questo mese, vissuto l'anno scorso, ricordo che sentivo crescermi una certa morte dentro. Oggi mi sento più viva e forte che mai. In questo tempo da allora trascorso, ho imparato a distruggere le illusioni, distinguendole dalle speranze, ho compreso che la propria vita non deve mai essere turbata in alcun modo dalle intemperanze altrui, ma deve essere il risultato di una continua scelta, in cui le uniche difficoltà che s'incontrano derivano dalle assunte responsabilità. Ho capito che il percorso che sto compiendo è un insieme di passi sempre più radicato, sempre più autentico nella costruzione della mia identità: un percorso infinito, sempre ad un bivio, ricco di conoscenza, ricerca e in cui la bellezza di ciò che scopro, la fantasia, sono le uniche fonti di leggerezza che voglio, le mie ali della libertà.
Sono grata alle persone che hanno condiviso con me e continuano a farlo in modo sincero, questa strada, tra dolori e gioie della quotidianità.
(su Facebook in data 17 luglio 2012)



Dove nascesti figlio della pace?


Dove nascesti figlio della pace?
In una terra rimasta inesplorata,
ma poi di lì mi allontanai per qualche tempo,
mettendo un piede in un luogo di tormento.
M'imbrattai di visioni oscure,
guardai verso il sole 
e non vidi che dolore.
Mi chiesi se ci fosse un limite a tutto questo,
ma soltanto una risposta ne trassi:
Tu conosci un altro popolo simile a questo?
Un popolo che ha paura persino dei propri bambini,
che li usa e ne abusa, 
per renderli per certe infami cause degli assassini?
Ecco tornando verso la mia amata terra, 
non sarà possibile cancellare questi momenti, 
e porterò negli occhi immagini di desolazione e di guerra.
Tuttavia sono il figlio della pace e dico:
per ogni lacrima che sarà versata 
nascerà un giglio e questa amara terra io benedico,
arriverà quel giorno in cui ogni essere umano capirà
che la vita è quel diamante più prezioso, 
che una volta perso per violenza o per aver rubato dignità,
l'avrà sprecata per sempre e mai più, mai più a lui ritornerà.



https://www.facebook.com/pages/Mariagrazia-Dinardo/156331844477778

Rossella

E' stata liberata Rossella Urru, la cooperante sarda rapita nove mesi fa in Algeria. Finalmente. 
Il mondo del web, che nei mesi precedenti si era mobilitato in massa, esplode di gioia. Il motivo di tanta partecipazione emotiva risiede forse nel fatto che la Urru è una donna, una giovane donna che ha deciso di intraprendere un mestiere nobile e rischioso.
Nonostante i mesi di prigionia spera di tornare presto ad occuparsi dei suoi progetti in Africa. Quando ho letto questa sua dichiarazione mi sono commossa. E mi sono sentita tanto orgogliosa, perché la mia generazione può vantare persone come lei che si spendono con entusiasmo, fatica, dedizione per il proprio lavoro. In un'Italietta di soubrette in politica, di corpi manovrabili, di insulse menti femminili, ecco una ragazza (classe 1982) su cui puntare il dito con fierezza. 
Mentre facevo questi pensieri ho letto su Facebook lo status di un mio conoscente, che recitava più o meno così: "a Rossè, la prossima volta statte a casa". Lui, maschio poco più che trentenne, della periferia romana, elettore del Pdl: i requisiti parlano da soli, non c'è bisogno di aggiungere vocaboli; chiunque può leggervi palesemente "stolto" "pericoloso" "ignorante". 
L'irritazione si è placata solo quando ho scambiato delle opinioni in merito al tizio in questione con mia sorella e una mia amica di infanzia. Dalla stima che ho per queste persone (inutile dirlo anche loro infastidite dall'ennesima uscita della nostra conoscenza) ho sentito rinascermi la speranza. Saranno loro (Rossella, Antonella, Martina, ecc..) in qualità di mamme, di professioniste, di studiose, di educatrici, di cittadine probe a partorire una società di giusti.
Bentornata in patria Rossella! 



mercoledì 18 luglio 2012

Eugenia

Eugenia Bulat nasce nel 1956 a Sadova nel Distretto di Călăraşi, in Bessarabia, (Moldavia). 
Ha studiato presso l'Università di Stato di Chişinău e presso l'Università Pedagogica "Ion Creangă". 
Primo sindaco democraticamente eletto nel suo villaggio natìo dopo il 1989, ha lavorato come professoressa, giornalista (Agenzia Nazionale Moldpres) ed editore. È stata fondatrice e conduttrice del cenacolo letterario "Iulia Hasdeu" (1991) e della rivista letteraria L'attimo Siderale (1995), appoggiata dall'Istituto Culturale Romeno di Bucarest (Premio di Stato per la Letteratura, Chişinău, 2009). 
Dal 2007 vive a Venezia.





Leggera mi sento,
                     troppo leggera,
                                sorella del fumo...
scossa da tanta vita,
                       da tante vite...


Non sapevo, mio Dio,
                     di averne soltanto una...


Davanti ad essa,
           come un bimbo desolato,
                                rimasto da solo...

(Venezia, 5 ottobre 2007)



....Ad un tratto senti:
                     il mondo intero è in te,
sei un vaso compiuto,
                    !stracolmo.

Non la cerchi più,
                      non corri più,
                                 non c'è fretta...
e cammini a ritroso
                      come capro indomito,
                                 come granchio,
                                            per istinto.

Nulla ti sorprende,
                      nulla ti meraviglia,
hai l'età della tartaruga:
                      trecento-anni...

Dio, a volte,
                     ri-ve-la-ti-ri-ve-lan-do,
ti può incantare:
                      con un tramonto -
                                 con una montagna -
                                            con un filo d'acqua...

Allora percepisci
                      quanto sei giovane,
quando scendi a ritroso
          per-piangere-senza-voce
                               !perché-vedi-la-luna...

Quando corri turbato,
                     per il pericolo in agguato,
e i tuoi pargoli
                      /in-uno-statico-perfetto/
                               te guardano, indulgenti
                                                     sorridenti...
(Venezia, 27 settembre 2007)


Le poesie sono tratte dal volume Venezia ti fu data (Diario di una latitante dell'Est), Casa Editrice Cartier, Chişinău, 2007.