domenica 27 gennaio 2013

Il giorno della memoria

Aska commemora il giorno della memoria con le parole e la musica del suo amico Uwe.



Qui potete ascoltare La favola della verità di Uwe Fiebig.

giovedì 24 gennaio 2013

Compleanno

Arte radio attiva (la trasmissione condotta dal collettivo Scu8 su radio Siani, (http://www.radiosiani.com/index.php/magazine/iniziative-radio-siani/item/2553-su-radio-siani-al-via-arte-radio-attiva-trasmissione-del-collettivo-scu8) e Uwe Fiebing, brillante giovane cantautore (http://uwe.altervista.org/) mi hanno fatto gli auguri più originali. Ne approfitto, pertanto, per fare loro pubblicità perché sono veramente bravi. Meritano di essere ascoltati!


Ringrazio inoltre tutte le persone che con i loro messaggi mi hanno espresso affetto nel giorno del mio genetliaco.

- grazie al mio prof. Stefano per l'originale cartolina;
- grazie al prof di portoghese Francisco per la sua mail tanto affettuosa;
- grazie ad Onofrio per essere stato il primo e per avermi rinnovato ancora una volta il suo invito ad andare a Lisbona;
- grazie a Martina, ad Antonella, a Mariagrazia, a Tullio, a Sandra, ai coniugi Guida, a Paolo, a Stefania per avermi telefonato;
- grazie a Daphne, Evelina e Ester perché con i loro sms mi hanno ricordato il bene che ci vogliamo e mi hanno fatto venire voglia di andare a Roma da loro;
- grazie a tutti coloro che mi hanno scritto con tanto calore su FB;
- grazie a tutti gli amici, semplicemente perché ci siete.

mercoledì 23 gennaio 2013

Il giorno prima della festa

Domani è il mio compleanno: trenta e uno. 
Per la prima volta dopo un decennio lo festeggerò con i miei genitori, tempi che cambiano in anni che avanzano tra i dolori (sperando che siano doglie) della recessione. 
Oggi, però, ho ricevuto tanti regali e ho festeggiato con una serenità di cui avevo perso la consistenza e la bellezza da tanto tempo.
Non mi ero ancora svegliata allorquando il cellulare ha notificato una mail del mio Lui, con la quale mi annunciava che la galleria che sta costruendo è a 48 metri dalla foratura, ovvero ad un passo dalla conclusione del progetto e del nostro rapporto Italia-Kurdistan. Si ricomincia, pertanto, a fantasticare su mete e tempi migliori, con il mondo che potrebbe diventare la nostra casa. 
Motivandolo con la scusa "è per il mio compleanno, quindi non è l'ennesimo acquisto" sono andata a comprarmi un bracciale su cui avevo posato l'occhio qualche mese fa e che, per fortuna, ancora non era stato venduto. Com'è? Giacché è il mio autoregalo, è color oro, spesso, visibile, elegante. Appena giunta a casa l'ho messo in un cassetto, in quanto le occasioni mondane nelle terre sannite sono pochissime; inoltre, non è ritenuto di buon gusto fare la spesa agghindata come Cleopatra. Quindi, vedrà probabilmente la luce con l'apparizione del mio ingegnere.
Il regalo più inaspettato è stato quello della mia fornaia. Vado da lei per comprare la pizza che io e i miei pensionati mangeremo questa sera, e trovo ad aspettarmi un pacco rettangolare, profumato. "Questo è per te, è per festeggiare bene domani". Era una crostata di mele, cucinata nel suo forno a legna. Non ho mai avuto una torta di compleanno così grande! Ed è persino il mio dolce preferito. 
La sorpresa più emozionante l'ho ricevuta quando sono uscita dal forno: nevicava! Lo faceva per giunta in uno modo proprio bello, con fiocchi grossi e ordinati. 
Mi sono inoltrata per i vicoli del mio paese accompagnata dalla magia dei fiocchi di neve che scendevano sulla mia testa mentre per strada era tutto silenzioso e per nulla freddo. Mi sono sentita fuori dal tempo, avvolta da un'atmosfera irreale. C'eravamo solo io e il presente. 
In quel preciso momento mi sono sentita voluta bene da questa vita, che a volte mi sembra di non amare abbastanza.

sabato 19 gennaio 2013

Mariangela


Da quando è scomparsa non riesco a staccarmi da lei. Guardo su Youtube le sue interpretazioni, i suoi film, i suoi personaggi teatrali. Sarà per sempre la Medea del nostro teatro, sarà per sempre la biondissima borghese milanese di Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto, sarà per sempre un'immensa Filumena Marturano, sarà per sempre una delle nostre più grandi artiste, un'interprete sublime.
Mi piace molto anche come donna, Mariangela Melato. Sarà perché il suo corpo così spigoloso, da donna forte, non è propriamente italiano, non ha nulla dei volti delle madonne rinascimentali che connotano la bellezza delle italiche. Io, che faccio pienamente parte della categoria delle Monna Lisa nostrane, sono affascinata da lei, dal suo stile, dalla sua voce, dalla sua eleganza mascolina. Trovo che sia intensa. Non bella, intensa. 


giovedì 17 gennaio 2013

Punti di vista



L'altra sera, mentre facevo svogliatamente zapping sui vari canali del digitale Rai, mi sono imbattuta in questo film del 2009, dal titolo "Due partite". L'avevo visto al cinema con le mie coinquiline di allora, e ci aveva così favorevolmente colpite che, sulla strada verso casa, ci aveva spinte a intraprendere una riflessione piuttosto personale. Vivevamo sotto lo stesso tetto, ma non eravamo proprio amiche (le confidenze non sono sempre necessarie quando si vive insieme, poiché ci si conosce attraverso i gesti quotidiani. Io, poi, dopo anni di gente varia fra i piedi, avevo deciso di non dare confidenza eccessiva). Quel film ci fece riflettere sul modo in cui consideravamo il rapporto di coppia, e mi diede ulteriore materiale su di loro e sulle donne in generale. 
Mi fa sempre innervosire quando i miei amici, cittadini - e quindi non provinciali, come si definiscono loro - colti, moderni, à la page, dichiarano di essere tali solo perché scelgono rapporti sentimentali più liberi, sono a favore della convivenza e boicottano il matrimonio. 
Ricordo un discorso di un mio compagno di università, che faceva più o meno così: "sono fortunato perché vivo a Roma. Il sabato vado in discoteca, conosco una ragazza e poi me la porto senza nessuna complicazione. Mica come accade da voi in provincia, dove non potete avere questi comportamenti così disinvolti". Certo, perché essere moderno significa farsi le ragazzine nel bagno di una discoteca. O essere moderne significa andare con degli sconosciuti nei bagni delle discoteca. Lo trovo un tantino squallido, ma il mio è un punto di vista campagnolo.
Il ragazzo in questione conosce una ragazza di paese, una di quelle che non ha bisogno dei bagni per rivendicare la sua femminilità, e scopre un mondo interessante, coinvolgente, che gli fa bene al corpo e all'anima (soprattutto). 
Ma torniamo al film. Una delle ragazze, con cui sono stata al cinema, aveva un fidanzato con il quale - poco tempo dopo - è andata a convivere. Mai si sarebbero sposati perché lui è contrario al matrimonio; lui è un ragazzo dei nostri giorni, aperto, moderno, libero da mentalità ormai desuete. Sì, certo! Uno di quelli che veniva da noi si sedeva sul divano e aspettava che gli fosse preparato e servito il pasto. Quando era malato stava a casa nostra perché non poteva cucinarsi la pastina da solo. Non l'ho visto mai togliere la tavola, fare la spesa, aiutarla con le pulizie. Sono questi forse gesti da uomini dell'altro secolo, non adatti a chi ha avuto tante donne, a chi ha idee progressiste, a chi crede che i legami non debbano essere certificati se vogliono durare nel tempo, a chi ha una mentalità nuova. 
Mia sorella si è sposata a 29 anni, suo marito a 27. Hanno compiuto un passo che non è più di moda, un passo ritenuto ridicolo, avventato, assurdo per dei ragazzi della loro età. Basta, però, stare nella loro casa anche solo per 24 ore per accorgersi di quanto il loro rapporto non sia per nulla fuori dal tempo. 
Ho visto mia sorella alzarsi presto per preparargli la colazione, come gesto d'amore e non come obbligo dettato dal ruolo; ho visto lui chiedere scusa per aver leggermente alzato la voce o passare al supermercato e in tintoria dopo il lavoro. Li ho visti decidere insieme, in base alle esigenze di ciascuno, dove andare e cosa fare. Non hanno avuto bisogno di legami leggeri, di relazioni senza impegno, di bagni di discoteche, per essere felici; non hanno avuto paura di impegnarsi davanti a Dio e allo Stato italiano perché hanno sempre avuto fiducia e rispetto vero verso se stessi, verso l'altra persona e verso quella cosa speciale che c'è tra di loro. 
Io la chiamo modernità, e voi?



Un giorno esisterà la fanciulla e la donna, 
il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al maschile, 
ma qualcosa per sé, 
qualcosa per cui non si penserà a completamento e confine, 
ma solo a vita reale: l'umanità femminile. 
Questo progresso trasformerà l'esperienza dell'amore, 
che ora è piena d'errore, 
la muterà dal fondo, 
la riplasmerà in una relazione da essere umano a essere umano, 
non più da maschio a femmina. 
E questo più umano amore somiglierà a quello che noi faticosamente prepariamo, 
all'amore che in questo consiste, 
che due solitudini si custodiscano, delimitino e salutino a vicenda.
Rainer Maria Rilke


lunedì 14 gennaio 2013

Il gatto

Dopo una settimana passata a casa di mia sorella maritata, sono tornata dai miei genitori con tanti buoni propositi per il nuovo anno. L'obiettivo principale è provare a non abbattersi, a non deprimere me stessa e il resto del mondo. Lo slancio mi è stato fornito da un libretto di psicologia (purtroppo non ce la faccio a definire libroni i lavori costruiti ad hoc per essere venduti, cosa ben diversa, ovviamente, sono quelli accademici, dinanzi ai quali alzo le mani) che il mio uomo mi ha spedito per e.mail con la speranza che potesse intervenire laddove nemmeno il suo amore ci riusciva. Sicché ho cominciato l'anno leggendo questo libro incentrato sull'incapacità di vedere il nostro valore, sul fatto che tendiamo a sminuirci, a restare in uno stato di paralisi che ci impedisce di progredire. Verso la terza pagina mi sono addormentata saporitamente, poi l'ho ripreso in mano e l'ho guardato da un'altra prospettiva. Alla decima pagina una considerazione è balzata felicemente alla mia bocca: "ma dice tutte cose che io so! Mi sono state insegnate dal Vangelo, dalla letteratura, dalla filosofia. Io già le posseggo, tutti le possediamo, non abbiamo bisogno che ce le dica uno psicologo americano che si sta arricchendo con la nostra incapacità di ricordare". Mi rendo conto che forse ho avuto uno slancio di boria intellettuale (chiunque di voi - ci scommetterei i miei pochi denari - ritiene che una cosa detta da un filosofo sia più degna di nota anche del più importante psicologo. Freud non arriverà mai a Platone per capirci), tuttavia il suddetto libro è servito a "ricordarmi" della letteratura che fa bene all'anima. Così mi sono fiondata in libreria e ho preso il primissimo libro che mi ispirava fiducia, contravvenendo all'abitudine di dare dapprima un'occhiata ai classici e poi dopo alle novità editoriali. Sono uscita in compagnia di Jonathan Franzen e del suo ultimo lavoro dal titolo "Più lontano ancora", che ha avuto l'immediata capacità di riconciliarmi con me stessa. Mentre leggevo il discorso che ha tenuto al Keyon College nel maggio del 2011, con il quale il libro si apre con un titolo che è già premessa di rinascita se vi trovate in un momento di traballamento, Il dolore non vi ucciderà, la mia testa era un'esplosione di pensieri positivi, di gioia contagiosa, di appagamento: un orgasmo insomma.
Ho cominciato pertanto oggi, primo giorno di routine, con questo desiderio di concentrarmi solo sulle cose del presente, senza sguardi strazianti al passato o timori per il futuro (come suggeriva il libro di psicologia e come so perfettamente io stessa). Così mi sono seduta al tavolino e mi sono messa a leggere "Lettere morali a Lucilio" di Seneca, mentre fuori pioveva a dirotto, mio padre riempiva la casa con le canzoni di Battisti e mia madre con il profumino del pranzo. Tutta presa da parole e odori, alzo gli occhi e vedo la mia gattina seduta sul letto di fronte che mi osserva con tanta attenzione. Mi sono commossa. Non ero sola, c'era lei che in silenzio mi teneva compagnia e vigilava sul mio presente. Meglio, molto meglio di qualsiasi libro. 
Buon anno!

Il gatto

In casa mia desidero 
una donna fornita di ragione,
un gatto che passi tra i libri,
amici in ogni stagione
senza i quali non posso vivere.
Guillaume Apollinaire