martedì 13 dicembre 2011

Profeta di ieri e di oggi

Capi d'accusa:

"indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione di denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza con la mafia, alto tradimento in favore di una nazione straniera, collaborazione con la Cia, uso illecito di enti come il Sid, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di punirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani (responsabilità, questa, aggravata dalla sua totale inconsapevolezza), responsabilità della condizione, come suol dirsi, paurosa, delle scuole, degli ospedali e di ogni opera pubblica primaria, responsabilità dell'esplosione "selvaggia" della cultura di massa e dei mass-media, responsabilità del decadimento della Chiesa, e infine, oltre a tutto il resto, magari, distribuzione borbonica di cariche pubbliche ad adulatori.
Senza un simile processo penale, è inutile sperare che ci sia qualcosa da fare per il nostro Paese".
(Pier Paolo Pasolini, il Mondo, 28 agosto 1975).

Questi, secondo Pasolini, sarebbero stati i reati commessi dai governanti democristiani, per i quali sarebbe stato giusto un processo penale. Leggendo questo suo articolo del 1975 non ho potuto non pensare a quanto di simile e di peggiore sia stato commesso successivamente.
In un altro articolo guarda con profondo rammarico alla società italiana ormai guidata soltanto dal "laicismo consumistico". E' quell'appiattimento culturale che ha permesso ad una classe dirigente senza scrupoli e alla religione capitalistica di portare l'Italia ad un livello di degradamento vergognoso. Sappiamo tutti - anche i meno istruiti - quanto tutto ciò sia caratteristico dei tempi del bunga bunga morale, politico, economico.
Una differenza notevole, tuttavia, tra quegli anni e i miei berlusconiani, risiede nell'assenza di voci in grado di spiegarci la società odierna con quella perspicacia spirituale. Oggi i filosofi e i poeti gracchiano, Pasolini invece interpretava e profetizzava. Si provi a rileggere i suoi scritti o ad ascoltare i suoi interventi per rendersi conto di quanto ogni sua parola sia straordinariamente attuale, tristemente attuale.

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