mercoledì 12 giugno 2013

Nell'Italia di Gaetano

Avvinta da pensieri di incertezza e di malinconia, avevo cominciato la giornata con un concerto di sbruffi ripetuti a più riprese e con una voglia non proprio esaltante di dedicarmi a mansioni di pubblica utilità (fatta eccezione per l'aspirapolvere passata subito dopo la colazione). Mentre mi trascinavo da una stanza all'altra, dal letto alla sedia, ho pensato che uno dei peccati mortali che compio quotidianamente è quello di non ritagliarmi più del tempo per la lettura. Il risultato è più che palese: mancanza di idee, tedio, un eloquio sempre più in balia del dialetto e uno scritto sempre più corto. 
Così ho trascinato i piedi fuori dal portone di casa, mi sono inerpicata su ripidi scalini e sono giunta alla biblioteca comunale. Appena entrata l'aria fresca del palazzo antico mi ha rasserenato - portandomi alla memoria gli anni in cui andavo lì a lezione di pianoforte quando ero una bambina che nei freddi e piovosi pomeriggi invernali l'ultima cosa che avrebbe fatto era proprio andare ad una lezione di solfeggio (nel Palazzo Sannia ha sede non solo la biblioteca, ma anche l'Accademia di musica: www.incampania.com/beniculturali).
Ad accogliermi - come sempre e per fortuna - c'è Gaetano e il suo garbo. La responsabile - come sempre e per fortuna - era in giro per "commissioni", mentre lui - giovane, laureto in beni culturali, con un contratto ridicolo e tanta passione e sensibilità per i libri (tutti requisiti che mancano a chi risiede nel posto di comando) - si occupa dell'accoglienza al pubblico, della catalogazione, dell'archivio e di altre cose. L'ho trovato mentre digitalizzava un documento dell'archivio onciario, con una cura e un rispetto che mi hanno commosso. Così ci siamo messi a parlare del suo lavoro. "Informatizzo la nostro storia non solo per rispetto nei confronti dei libri antichi, ma anche perché vorrei che la mia nipotina un giorno potesse accedere a questi beni. Devo pensare agli studiosi di oggi, ma anche e soprattutto a chi verrà dopo": in questo pensierioc'è la spiegazione del perché il nostro Paese si trovi in una situazione tanto tanto penosa. Gaetano è il volto bello della mia generazione, il volto istruito, educato, sensibile, che compie il proprio lavoro come una missione, che ha senso di responsabilità e coerenza; è quel volto tagliato fuori da tutto, che vive nell'oscurità, che non ha importanza, che viene sempre dopo quegli adulti ben ancorati ai propri privilegi e quei giovani arroganti e ignoranti che occupano indebitamente posti non loro, gente preoccupata solo ad arraffarsi il presente. 
Un'Italia in mano a Gaetano e ai suoi amici sarebbe un posto diverso: un posto ove la cultura, i libri, la storia, assieme al rispetto, all'educazione e alla competenza verrebbero considerati valori per i quali vivere. 

Grazie a tutti i Gaetani nascosti nelle proprie "biblioteche". 

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