giovedì 20 settembre 2012

Conto alla rovescia

Ci siamo: manca un mese al matrimonio di mia sorella. Questo vuol dire che MIA SORELLA, QUELLA PIU' PICCOLA DI ME, LA MIA UNICA SORELLA SI SPOSA. Ebbene sì. E vi dirò: NON VEDO L'ORA. 
Non vedo l'ora di non vedere più mia madre agitarsi per una sciocchezza, di non sentirla redarguirci per ogni ritardo di pochi secondi su una commissione da svolgere o sul numero di bibite da comprare. 
Il peggio è passato quando finalmente la genitrice ha trovato il vestito, prima di questo lunedì è stato un incubo. Sapevamo tutti a casa che il peggio sarebbe venuto nel momento in cui decideva che era giunto il tempo di cercarsi l'abito, e che questa ricerca sarebbe stata snervante. I pronostici non sono stati affatto esagerati: è stato un supplizio.
In generale questo matrimonio mi ha resa sicura su una cosa: semmai io e lui decideremo di sposarci farò una cerimonia in cui dovranno essere presenti solo i nostri genitori, i suoi nonni, mia sorella e marito, e suo fratello. Preferirò fare un viaggio di nozze più lungo, ma giammai i risparmi dei miei genitori dovranno andare in ristorante, fotografo, fiori, atelier, estetista, tipografo, bomboniere, gioielliere, parrucchiere, ecc. Avete mai fatto caso in quanti mangiano sull'evento matrimonio?
Ho fatto giurare a Stefano in più di una telefonata che sarà così. Lui mi rassicura con "figurati se voglio fare la festa, già è tanto se deciderò di sposarmi in chiesa".Già, sarebbe un miracolo il solo partorire un desiderio di matrimonio. 
Frivolezze a parte, lo spreco che c'è dietro la decisione di un uomo e di una donna di costituirsi famiglia è esagerato, volgare, e di questi tempi assolutamente fuori luogo. Se penso ai soldi che vanno via per delle cose futili (tipo le partecipazioni. Ma io mica immaginavo che costassero tanto, tanto quanto un mio corso di 20 ore!), mi viene il voltastomaco. Giovani coppie che spendono molti soldi per quel giorno e poi non hanno la possibilità di fare un figlio. 
A dir la verità tutti i giovani con cui ho parlato in queste settimane condividono appieno la mia tesi, però c'è la questione dei genitori che vogliono il grande giorno per il proprio pargolo. Sono, insomma, la generazione dei padri, quella che si è mangiata il nostro futuro e ci ha regalato un presente precario, che non riesce a rinunciare al mondano. Sono loro che pagano e quindi...(anche perché noi soldi non ne abbiamo). 
Comunque, polemica a parte, ci sono stati anche momenti esilaranti, ribattezzati da me e la sposina: scene da Il mio grasso grosso matrimonio morconese.
L'altra mattina, per esempio, hanno fatto irruzione in casa le amiche di mamma. Tra una manciata di confetti e di pasta di mandarle, si è deciso quale copriletto e quale tovaglia ad uncinetto usare quella mattina. Si sono fatte le prove, e poi si è scelto le migliori. Mia nonna ci ha lasciato un baule di lavori all'uncinetto dal valore enorme. Se dovessero sopraggiungere tempi veramente di magra, chissà che l'eredità materna non possa aiutarci. Diciamo la verità mentre le signore spendevano parole per quei "capolavori", io mi facevo due conti in tasca! 
Altro momento da risate poco contenute è stato quando in un negozio di abiti da cerimonia abbiamo scovato vestiti di un pacchiano assurdo. Tipo questo qui sotto. Io, sgomenta, ho persino chiesto alla commessa se ci fosse realmente gente con il coraggio di indossarlo. A quanto pare sì, e sono pure in tante. D'altra parte la mia è la regione top per queste vistosità. Al ristorante con giardini e fontane mica si può andare con un semplice tubino nero?



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