venerdì 27 aprile 2012

Un venerdì mattina nel Kurdistan


Oggi è venerdì di riposo, uno dei giorni più noiosi qui a Nosud.
E' quasi mezzogiorno, il sole preme sul nostro tetto dalle otto di questa mattina, fuori il piazzale è deserto, riesco a sentire il cinguettio degli uccelli fuori dalla finestra.
C'è una strana calma durante il cambio turno, il cantiere sembra un posto deserto e abbandonato da tutti, persino gli abitanti e gli animali domestici del vicino villaggio sembrano scomparsi.
In questa condizione di riflessione indotta (per non dire forzata) non posso fare a meno di ripensare a quanto sia stato bello il breve periodo trascorso insieme, i nostri risvegli, i tuoi pianti, gli abbracci, le cene, le uscite, tutte le bellissime immagini di noi che mi porto dietro, come una serie di foto in un hard-disk, ma a differenza delle foto (che io odio), queste immagini hanno immortalato anche sensazioni, suoni, odori, che fanno di queste piccole realtà virtuali, delle nicchie in cui rifugiarsi quando qui imperverserà la tempesta.
So che questi sentimentalismi non sono da me, ma è un modo per ringraziarti di questi bei regali (i più belli per me), e per la serenità che riescono ad infondermi.
Sappi che ti sento sempre qui accanto a me, signorina G.
Bacio e non piangere, perchè sei così solare quando sorridi!


(Per gentile concessione del signor G.)

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