mercoledì 2 marzo 2011

Lettere dalla Resistenza

In questi giorni ho scelto di riempire il tempo dedicato alla lettura con un libro speciale, commovente. Si tratta delle lettere scritte da alcuni resistenti europei ai propri cari poco prima di finire vittime della scure nazifascista.
Mentre mi inabisso nella lettura e mi lascio emozionare dai richiami d'amore, dalle raccomandazioni e dalle preghiere di chi mi sembra sia vissuto in un'epoca e in un'Europa inventata, la radio mi richiama al presente con le ultime notizie della rivolta libica.
Parole come amore per la Patria, Libertà, Democrazia, Sacrificio diventano, inaspettatamente, contemporaneità.

da Lettere di condannati a morte della Resistenza europea:

"Un'ultima parola per dirvi che per parte mia non ho mai denunciato o incolpato alcuno, malgrado le numerose frustate che ho ricevuto per farmi parlare.
Avrei potuto salvare la mia testa in molti modi. Ma ho preferito essere fucilato che tradire, così muoio da uomo in gamba e fiero di me".
Guy Jacques, 19 anni, Belgio.

"Mia cara mamma,
è così difficile scrivere le ultime righe; tutti i ricordi si risvegliano e i più belli danno qui una sofferenza maggiore. In questi ultimi tempi debbo dirmi continuamente: cuore, supera tutto e non lasciarti sopraffare dal dolore!".
Anna Mlejnkova', 29 anni, Cecoslovacchia

"Solleva il capo, o più cara al cuore fra tutte le cose, in modo da poter vedere che il mare è ancora azzurro, quel mare che ho amato e che ha raccolto noi due. Vivi per noi due. Ormai io sono via e ciò che resta di me non sia un ricordo che faccia di te una donna come [parola cancellata], ma una donna viva e calda, completa e felice. Non qualcosa che ti faccia restare nel tuo dolore, perchè allora in esso ti irrigidiresti , la fede in me e in te diverrebbe qualcosa di sacro e tu allora perderesti ciò che ho maggiormente amato in te: la tua femminilità.
Ricorda che ogni dolore si trasforma in felicità. Posso giurarti che questo è vero anche se pochi sono pronti a riconoscerlo. Gli uomini si sviluppano nel loro dolore, e l'abitudine fa credere loro che ancora il dolore continui, così che nel dolore si avviluppano per sempre. La verità è che dal dolore nasce la profondità e dalla profondità nasce il futuro.
Vedi, Hanne, un giorno incontrerai l'uomo della tua vita; quel giorno il pensiero di me non dovrà sorgere. Forse avrai, in fondo a te stessa, la vaga sensazione che stai tradendo me o qualcosa che è puro e sacro. Hanne, solleva gli occhi, guardami nei miei sorridenti occhi azzurri e capisci che l'unico modo con cui puoi ingannarmi è nel non seguire interamente ogni tuo naturale trasporto. "
Kim Malthe-Bruun, 21 anni, Danimarca

"Volevo che tutta l'umanità fosse felice: guardare l'avvenire in faccia, radioso, sicuro: voi sarete felici, e io sarò l'artefice della vostra felicità.
Muoio giovane, molto giovane; vi è qualcosa che non muore, è il mio sogno! Mai come in questo momento mi è apparso più chiaro, più grandioso, più vicino a noi."
Félicien Joly, 21 anni, Francia

"Ora tocca a noi. Tra mezz'ora la condanna sarà eseguita. Sono del tutto tranquillo, perchè da sempre avevo messo in conto questa fine. (Scusa la cattiva scrittura, sono incatenato). Potessi soltanto ringraziarti di tutto, potessi soltanto dirti tutto l'amore che ho sempre provato per te. [...] Tu sai che non fu il caso, che fu il mio destino."
Georg Groscurth, 39 anni, Germania

"Fratello mio,
sono il più gravemente condannato di tutti i giustiziati fino a oggi. Nessuno finora è stato condannato tre volte a morte e a tre anni di reclusione. Ho battuto un record: ora che ti scrivo rido, non voglio che mi piangiate. Voglio che tu raduni tutti i tuoi amici intorno a un tavolo e gli legga la mia lettera e che beviate al riposo dell'anima mia. Non voglio che pianga nessuno."
Ilias Kanaris, 32 anni, Grecia

"Dalla difficile posizione in cui mi trovo, posso misurare l'altezza dell'infamia e della viltà degli uomini, le tenebre in cui l'egoismo conduce lo spirito umano, e anche la profondità dell'abisso in cui precipitano tutti quelli che seguono strade lontane dalla verità e dalla realtà".
Roussos Koundouros, 48 anni, Grecia

"Amatevi l'un l'altro, miei cari, amate vostra madre e fate in modo che il vostro amore compensi la mia mancanza. Amate lo studio e il lavoro. Una vita onesta è il migliore ornamento di chi vive. Dell'amore per l'umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili. Amate la libertà e ricordate che questo bene deve essere pagato con continui sacrifici e qualche volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non viverla. Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono vostri fratelli".
Pietro Benedetti, 41 anni, Italia

"Sono quattro anni oggi che la guerra è cominciata per il nostro paese. Quante cose sono successe! Quanto abbiamo sofferto tutti! Ma tutto passa. E' possibile che presto il sole riappaia. Come vorrei vivere anch'io quel giorno, ma non dobbiamo mai dimenticare che niente succede senza ragione. Spesso mi sono chiesto nella vita: perchè questo? perchè quello? Ma la vita stessa ha sempre dato la risposta. Ho fatto il mio lavoro, forse il mio compito qui sulla terra è compiuto".
Hendrik Pieter Hos, 17 anni, Olanda


(Lettere di condannati a morte della Resistenza europea, prefazione di Thomas Mann, Einaudi Tascabili, 1997).


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