sabato 13 aprile 2013

Le notti bianche

Era una notte incantevole, una di quelle notti come ci possono forse capitare solo quando siamo giovani, caro lettore. Il cielo era un cielo così stellato, così luminoso che, guardandolo, non si poteva fare a meno di chiedersi: è mai possibile che esistano sotto un simile cielo persone irritate e capricciose? Questa è pure una domanda giovane, caro lettore, molto giovane, ma che il Signore la mandi più spesso alla vostra anima!

Le notti bianche, Fedor Dostoevskij, 1848.




Che sia sereno il tuo cielo, che sia luminoso e tranquillo il tuo caro sorriso, che tu sia benedetta per quel minuto di beatitudine e di felicità che tu hai dato ad un altro cuore solitario e riconoscente! 
Dio mio, un minuto di beatitudine! Ma è forse poco questo, sia pure per l'intera vita di un uomo?


Le notti bianche, Luchino Visconti,1957.

Chirone risponde ad Aska


Ciao Aska,
nonostante io faccia parte di questo triste fenomeno, mi sconcertano i numeri, come del resto tutti gli altri numeri e le altre cifre che, nel nostro amato/odiato Paese, da qualche tempo parlano di: percentuale di disoccupazione giovanile, imprese chiuse dall'inizio dell'anno, fallimenti giornalieri di piccole e medie imprese, suicidi di persone crollate sotto il peso schiacciante dei debiti e del regime fiscale.
Se consideri che il 30% dei giovani è disoccupato, un altro 30% è all'estero e la rimanente parte lavora nei call-center, si prospetta uno scenario veramente catastrofico: chi si sognerebbe di metter su famiglia in Italia adesso? Chi si sognerebbe mai di investire e fare impresa oggi?
Poi guardi il TG e, dopo i servizi di politica interna, ti sale una rabbia tale che vorresti letteralmente dare fuoco a TUTTA la nostra classe "dirigente". Ti cadono le braccia per la loro incapacità di focalizzarsi sui problemi reali del Paese e FARE qualcosa. Li vedi solo litigare per sedie e poltrone, fanno lo scarica barile, competono su tutto all'interno dei loro stessi schieramenti, ormai si fanno "elezioni primarie" per qualsiasi cosa, tra poco anche per chi dovrà essere il prossimo amministratore di condominio. E' una classe dirigente incapace di decidere, ed è anche lo specchio della nostra società, di noi italiani. Siamo bravissimi a parlare, parlare, parlare, ma poi al momento di concretizzare non vogliamo mai assumerci le nostre responsabilità, demandiamo sempre ad altri. Ormai decidiamo solo quando siamo in preda alla disperazione, facci caso.
So che non ti sono né di conforto né di aiuto, ma anche io sento la crisi nella dell'azienda per cui lavoro. Avverto il tono preoccupato nelle comunicazioni interne del Presidente, ancora non ricevo lo stipendio di febbraio, e devo sorbirmi tutti i giorni le lamentele del personale che ha famiglia, che ha dei mutui accesi, che deve fare i conti con le banche o deve pagare gli alimenti alla prima moglie. 
Voglio chiudere con un pizzico di ironia, facendoti notare che hai almeno un contatto in ogni parte del mondo....beh cosa aspettiamo?

Un abbraccio
Stefano dall'Iran

venerdì 12 aprile 2013

Partire/Restare

Qualche giorno fa sono state rese note le statistiche dell'Aire sul numero di italiani emigrati nel corso del 2012: sono aumentati più del 30%, sebbene siano numeri parziali perché riferiti solo a chi ha spostato la propria residenza all'estero. Pertanto, il dato definitivo è ancora più sconcertante. E' una sorta di scoperta dell'acqua calda per noi comuni cittadini italiani, che sappiamo benissimo quello che accade nel nostro Paese (a differenza di chi ci governa che ha ignorato e continua ad ignorare questa emorragia pericolosissima). Se proviamo solo a guardare la nostra lista di amici Facebook ci renderemo conto di quanto quel dato sia così "vicino". 
Io, per esempio, ho: Stefano in Iran, Simone a Braga, Andrea a Breslavia, Antonio a Bristol, Marta in Libia, Valentina a Valencia, Daniele a Santiago del Cile, Beatrice a Cardiff, Francesca a Wurzburg, Attila a Budapest, Antonio a Porto Alegre, Anna Maria in Australia, Maria Claudia e Annalisa a Dublino. E l'elenco non è finito, ho riportato solo i primi nomi che mi sono venuti in mente. A questi aggiungo Lucia che è tornata nella sua Caracas e Cyril, slovacco, che dopo la laurea presa a Roma si è trasferito a Lione; mentre Paolo ha già in mano la valigia per il Canada.
Quasi tutti hanno poco meno o poco più di 30 anni, tranne due che sono sopra i 35. Hanno tutti almeno una laurea. Due hanno un dottorato. Hanno studiato: ingegneria, architettura, lingue, storia, scienze politiche, scienze della comunicazione, filosofia. Tre sono sposati, una ha un bambino. 
Questo dato mette paura a tutti, tranne alla nostra classe politica che è troppo presa dalla propria avidità per accorgersi di quello che sta accadendo alla mia generazione, al Paese intero, al futuro di tutti i cittadini. (si veda anche: http://fugadeitalenti.wordpress.com/2013/04/10/approfondimento-i-dati-esclusivi-sul-boom-di-emigrati-nel-2012/).
Mentre faccio queste riflessioni, tra una foto di Antonio che posta Bristol di notte, una del figlio di Anna Maria nato nella terra dei canguri, una del sorriso ritrovato di Vale nella soleggiata Valencia, alzo gli occhi dal computer e guardo in direzione della mia finestra: fuori c'è solo silenzio, niente altro che silenzio tra stradine e tetti vuoti. Sono nella mia camera d'infanzia, nel posto in cui sono venuta a nascondermi quando ho capito che non potevo più giocare con il mio presente e soprattutto con il portafoglio dei miei genitori. Sono tornata sconfitta da mamma e papà senza un progetto e quasi senza speranza, aspettando qualcosa. Cosa aspetto non lo so nemmeno io. 
Stasera ho di nuovo la voglia di partire, di essere anche io un'espatriata. Così mi trovo a chiedere a Dio di regalarmi il sogno di una valigia e di un aereo, di andare lontano da questa aria opprimente che mi impedisce di diventare adulta, per lasciarmi alle spalle il senso costante della sconfitta, il viso scavato dall'insoddisfazione, le paure, le ansie e le mille giustificazioni date a chi non capisce perché sei così fragile, così imbronciata. Mi trovo a invidiare chi si è chiuso alle spalle la porta di casa dimostrando coraggio, tanto coraggio pagando il prezzo (spesso elevato) di sentirsi realizzato, autonomo. 
Già so che domani mattina al primo bagliore di speranza per un domani migliore, giunto da un gesto o da una notizia rincuorante, avrò dimenticato le lacrime notturne e la voglia di lasciare tutto. Almeno per qualche ora avrò l'animo calmo, almeno per qualche ora mi sembrerà di essere nel giusto. Fino alla crisi successiva, fino ad altre notti simili a questa. 

venerdì 5 aprile 2013

Filosofe

Da grande voglio fare la filosofa.
E' da un po' di giorni che, per gioco, mi ripeto questa frase. Tornassi indietro mi iscriverei a filosofia, studierei filosofia all'università e non economia come ripeto dacché è cominciata questa terribile crisi. 
Così da qualche giorno chiudo gli occhi e immagino di avere 19 anni, maturità appena conseguita, e l'idea di approfondire la conoscenza dei filosofi.

Da grande voglio fare la filosofa...ops, sono già grande. Ops, non sarò mai una filosofa. 

Stamattina una delle mie più care amiche mi ha consigliato di vedere l'intervento di Michela Marzano alle Invasioni barbariche, sicura che mi sarebbe interessato. 
Avevo sentito parlare della filosofa, ma ancora non ero andata a sbirciare la biografia su wikipedia. Mentre l'ascoltavo dalla Bignardi, ho cominciato a cercare notizie su di lei e mi sono imbattuta nel suo blog, rimanendo di stucco man mano che leggevo i post. Ho trovato dei pensieri gemelli dei miei, una scrittura e un modo di comunicare - intimo, emotivo - molto simile al mio. Ma la cosa che mi ha colpita di più è stata la semplicità degli scritti, nessuna saccenteria, neanche un riferimento alla sua possente cultura. Questo aspetto è andato a colpire dritto al castello delle mie paturnie, le quali si alimentano sempre più spesso della seguente litania: "i tuoi pensieri sono contorti, la tua scrittura è mediocre, per di più ti leggono persone di cui hai grande stima alle quali dai solo vacuità o sentimentalismi". Risultato: non apro nemmeno la pagina. 
In tal modo, però, rinuncio al potere balsamico che ha su di me incolonnare i pensieri in questo spazio. Quante volte ho condiviso e diviso i pesi con Aska, e mi sono sentita subito meglio.
La professoressa Marzano mi insegna che la mia scrittura è emotiva come me, non è perfezione, non è fluidità, non è coerenza, non è nemmeno belle storie da leggere. Sono io con tutto quello che non sono e che vorrei essere, sono io dietro ogni banalità, dietro ogni sdolcinatezza, dietro ogni ovvietà. Anche perché se fossi altro farei esattamente altro nella vita. Punto.

Questo è link del blog di Michela Marzano: http://marzanomichela.wordpress.com/

Questo post l'avrei potuto scrivere esattamente così io questa notte:http://marzanomichela.wordpress.com/2012/06/24/ho-sempre-paura/ 

sabato 30 marzo 2013

Dai 7 savi ai 10 saggi


Trovo Beppe Grillo molto istruttivo: ogni volta che fa dichiarazioni su fatti, persone, ordinamenti, costituzioni, ideologie, io vado subito ad approfondire. L'altra sera, per esempio, ha detto che loro sono come la rivoluzione francese senza ghigliottina. Non poteva fornirmi un pretesto più interessante per riprendere in mano i libri di storia, e contribuire a farmi venire i capelli bianchi come a Maria Antonietta (di sdegno però). 
Il capo dello Stato, tuttavia, ha osato addirittura superare il nuovo leader politico della nostra Italietta con l'annuncio della commissione dei dieci saggi. A dir la verità, quando in mattinata ha rivelato le sue decisioni su come gestire una situazione politica drammaticamente paradossale in un periodo terribile per tutti noi, mica avevo capito cosa intendesse per commissione di saggi (anche adesso sono piuttosto perplessa). Poiché dubbi nefasti non mi martellavano il cervello, avevo deciso di occupare il pomeriggio di pioggia con la lettura di Plotino senza concedermi elucubrazioni inutili.
"Coraggio, ritorna in te stesso e osservati: se non vedi ancora la bellezza nella tua interiorità, fa come lo scultore di una statua che deve diventare bella. Egli scalpella il blocco di marmo, togliendone delle parti, leviga, affina il marmo finché non avrà ottenuto una statua dalle belle linee. Anche tu, allora, togli il superfluo, raddrizza ciò che è storto, lucida ciò che è opaco perché sia brillante, e non cessare mai di scolpire la tua statua, finché in essa non splenda il divino splendore della virtù e alla tua vista interiore appaia la temperanza assisa sul suo sacro trono" (da Enneade, Sulla Bellezza).
Ad un certo punto mi è salita la curiosità di sapere chi fosse stato definito un saggio della nostra Repubblica. Pessimo pensiero: a volte è bene restare nell'incertezza, non approfondire per evitare di restare delusi o indispettiti. Che triste leggere alcuni soliti nomi, nessuna donna e nessun giovane. 
Allora con un gesto repentino ho spento il computer e ho aperto il primo volume della Storia della filosofia a cura di Nicola Abbagnano, per ricercare nelle prime pagine i Sette Savi e i loro motti. 

Talete: "Conosci te stesso"
Biante: "I più sono malvagi" e "La carica rivela l'uomo"
Pittaco: "Sappi cogliere l'opportunità"
Solone: "Prendi a cuore le cose importanti" e "Nulla troppo"
Cleobulo: "Ottima è la misura"
Misone: "Indaga le parole a partire dalle cose, non le cose a partire dalle parole"
Chilone: "Bada a te stesso" e "Non desiderare l'impossibile".

Altro che dieci saggi taroccati.

venerdì 8 marzo 2013

Pensieri 2.0 per oggi 8 marzo

E' così che mi piace passare questa giornata internazionale della donna 2013, in compagnia soltanto delle parole dei miei amici postate sul web. 
Auguro a tutti una società di giusti, in cui non sarà più necessario scambiarsi delle mimose e ribadire che siamo ancora lontani dall'essere eguali.  


Aska:
La mimosa più grande a Maria, mamma del mio Stefano, perché ha tirato su un ragazzo educato, rispettoso, garbato, serio: un ragazzo che ha profondo rispetto per il mio corpo, il mio cuore, i miei pensieri, che ha  un profondo rispetto verbale e comportamentale nei confronti di qualsiasi donna.
E una mimosa altrettanto grande anche per Patrizia, mamma di Francesco (marito di mia sorella), per gli stessi motivi per i quali ringrazio Maria.


Roberto:
E' difficile parlare dell'otto marzo senza essere banali. Pensavo a quanto sia stato lungo, faticoso, doloroso il percorso di emancipazione delle donne. Diritto al voto, all'eguaglianza nella famiglia, leggi sull'aborto e il divorzio, libertà nel decidere del proprio corpo, della propria affettività, della propria sessualità. Liberando se stesse le donne hanno reso migliore il mondo per tutti. La strada tuttavia è ancora lunga, e tanto c'è ancora d fare. Per questo, e per ogni giorno, buon otto marzo.


Maria:
Finché ci saranno donne che non si ameranno abbastanza... che si riterranno colpevoli, inadeguate... non abbastanza brave, belle o buone...che non si rispetteranno...che non sapranno prendersi cura di sè... ci saranno uomini e donne che le colpevolizzeranno, additeranno, useranno, violenteranno, picchieranno... L'unica lotta che vedo possibile contro le violenze è imparare ad amarsi profondamente nel rispetto della propria vita e di quella di chi ci circonda.. ♥


Marta:
Lo so che quando tra un po' rileggerò questo messaggio penserò: Marta sei patetica!tieni a bada gli ormoni e non lasciarti commuovere dai tuoi stessi pensieri.Ma oggi, oggi che tutti ci bombardano di ovvietà, o comunque di messaggi diretti e meno diretti, oggi che nella mia testa e nella mia anima c'e' tutto un vortice di sensazioni, più che farvi un augurio voglio condividere con voi, donne per me un po' (tanto speciali) i miei pensieri, come fosse una riflessione a voce alta. Ogni volta che esco di casa qui in Libya, e vedo una donna, una ragazza, ricoperta da capo a piedi con quell'orribile velo nero che nella migliore delle ipotesi e' una scelta personale e non un imposizione di un marito, ogni volta e' come un pugno nello stomaco. E oggi, oggi che sono anche piena di rabbia per tutti gli altri giorni dell anno in cui le donne non vengono considerate come tali, allora oggi, proprio oggi, voglio solo dire a voi e a me, di coltivare e difendere soprattutto la vostra libertà, la vostra dignità e tutti, tutti i vostri sogni. Siete le mie donne speciali perché siete mamme, donne, sorelle, cugine, amiche, amanti, fidanzate e mogli, lavoratrici, studentesse sognatrici...e tutto quelle che sentite di essere dentro o che vorreste solo essere: perché combattete ogni giorno le vostre piccole guerre con il sorriso e magari anche con qualche lacrima, ma senza mai aver paura di mostrare che siete forti e fragili allo stesso tempo...


mercoledì 6 marzo 2013

Per tornare ad essere Aska

Dopo un mese intero passato con Chirone, ritornare ad essere solo Aska è un'impresa che richiede tanto coraggio e non poche lacrime. 
Ricomincia il conto dei giorni, delle settimane e dei mesi, aspettando il primo caldo che farà ricomparire quel sorriso. Il tuo e pure il mio. 


Certo 
che non ha prezzo il tempo 
passato insieme a spasso 
tra questo mondo e un altro 
per trovare l'universo 
adatto al nostro spazio 
ogni giorno più stretto 
per contenere i sogni 
tutti dentro ad un cassetto 
ed ecco perché scappo 
ora ricordo e scappo 
ho solo tanta voglia 
di sentirmi viva adesso 

Ma senza di noi 
ho ancora 
quella strana voglia di 
sentirmi sola 
senza di noi 
ma non da ora 
se non altro per vederti 
andar via ancora