mercoledì 13 aprile 2011

Vale la pena di vivere: i 10 punti dei miei amici

Qualche settimana fa ho lanciato ai miei amici la medesima proposta fatta da Roberto Saviano ai suoi lettori: scrivere un elenco con dieci motivi per cui valga proprio la pena vivere.
E' stato bello vedere l'entusiasmo e la prontezza con cui alcuni hanno aderito. Man mano che mi facevano pervenire i loro punti sentivo accrescere la commozione. Scoprivo e riscoprivo la bellezza del loro modo di essere, la potenza della loro Vita.
Mi fermo qui. Preferisco non aggiungere altro, in quanto ogni chiosa finirebbe per essere un ricamo inutile ai loro - per me - emozionanti elenchi.
Rigorosamente in ordine alfabetico:

Alberto

Elenco con solo dieci di tutte le cose per cui secondo me vale la pena di vivere.

1) Parlare in macchina a motore spento.
2) I bambini, soprattutto quando ti fissano e non capisci perché.
3) Suonare. Il pianoforte, da solo. La chitarra, con poche persone. Ma anche da solo.
4) Gli sms che non ti aspetti la sera tardi.
5) Il mare.
6) Ridere (e a volte anche piangere).
7) Le notti di pioggia.
8) Gli occhi di alcune persone, il sorriso di altre.
9) Innamorarsi.
10) Guidare piano, con la radio bassa, quando in strada ormai non c'è più nessuno.

Antonella

E se fossero più di dieci??

1) Realizzare il mio sogno nel cassetto.
2) Le lacrime di emozione della mia famiglia che in quel momento è fiera di me.
3) Il tramonto sul mare, le passeggiate in montagna, gli alberi in fiore in primavera … semplicemente Madre Natura.
4) L’Amore di Dio che sa stupirmi nelle piccole cose di ogni giorno, come la scoperta dell’Ideale dell’unità che ha cambiato la mia vita.
5) Quel nostro primo bacio, una sera di fine ottobre al chiaro di luna e come sfondo il Colosseo.
6) Mia nonna.
7) Camminare tutta la notte per le vie di Madrid con la mia sorellina spagnola ripercorrendo le tappe di 6 meravigliosi mesi!
8) Gli amici: la complicità, la gioia nei loro occhi, ridere di cuore insieme.
9) Un oggetto scintillante al dito anulare che simboleggia l’amore e l’unione con Francesco.
10) Roma di notte … affascinante e tutta mia!
11) Mangiare una pizza margherita con mozzarella di bufala a Napoli con vista sul golfo!
12) Un’opera d’arte, la mia musica preferita, un buon libro.
PS: Tra qualche anno sono sicura che potrò aggiungere altre emozioni,molto molto più grandi!

Emanuela

1) Il frastuono delle canzoni e dei balli improvvisati tra una chitarra e dei bonghi durante ogni festa in famiglia.
2)Le ottobrate intorno al fuoco con un bicchiere di vino rosso e i racconti dei tuoi amici.
3) Le piccole sorprese che ti lasciano senza fiato.
4) Perdersi in uno sguardo che non ha bisogno di parole.
5) I viaggi in macchina, in una giornata di sole, con la musica alta e il vento tra i capelli.
6) Il fascino e il calore sempre nuovo di legami che sanno di eternità.
7) Ritrovarsi a tu per tu con l’oceano e scoprire dentro di sé un profondo senso di libertà.
8) La carezza di un Amore che vale e dà senso a tutti i tuoi dolori subiti.
9) La luce negli occhi di chi hai saputo rendere felice.
10) Ritrovarsi a scrivere questa lista e realizzare che si hanno molto più di 10 buoni motivi per cui valga la pena di vivere.

Maria Antonia

1) Lo sguardo fiero e commosso di mia nonna che al suo 90esimo compleanno si vede circondata da tutti i suoi nipoti
2) Boato del San Paolo al pareggio del Napoli contro il Milan negli ultimi minuti di recupero
3) I volti sorridenti delle persone quando si sentono amate da un tuo gesto
4) Il ritrovarsi con gli amici, sorridere e ridere della propria vita nonostante alle volte sembra che tutto remi contro
5) Il restare incantata nel vedere i peschi fioriti dopo rigidi inverni
6) Perdersi nei pensieri osservando il sole che tramonta nell'azzurro del mare, dal balconcino di una chiesetta a strapiombo sul mare mentre senti le onde infrangersi fra gli scogli.
7) Sentire che l'amore dei tuoi genitori non cambia, anche se tu ti senti cambiato
8) L'Amore, quello vero, sincero e disinteressato.
9) Sentirsi dire, quando ti senti una nullità: "meno male che ci sei"
10) La speranza di veder realizzati i tuoi sogni più grandi

Pierluigi

1) La vita
2) L’abbraccio delle persone che ami.
3) Il silenzio in Chiesa un mercoledì pomeriggio mentre capisci che comunque vada sarà bello.
4) Ascoltare “Every little thing gonna be all right” sul pullman, di sera, quando torno a casa dopo tanto tempo, pensando alla mia famiglia.
5) Un pallone, un campo, una squadra…
6) I sorrisi.
7) Curare una persona e dirle che andrà tutto bene.
8) Le luci di Natale.
9) L’agnello arrosto con le patate al forno
10) Un bicchiere di vino, qualche amico risate e voglia di vivere.

Valeria:

1) Lo sguardo di Dio, quando lo scorgo nei momenti in cui meno lo cerco.
2) Mio figlio Giuseppe: sempre e comunque. Quando mi abbraccia, quando scalcia, quando sorride, quando strilla, quando danza, quando scappa, quando passeggia, quando si aggrappa a me...
3) Il calore degli abbracci di chi amo, i suoi baci, la sua mano che mi cerca di notte, i nostri lunghi bagni, le nostre chiacchierate, le nostre passeggiate in silenzio...
4) La mia famiglia di origine e la famiglia che ho formato con Giovanni.
5) Gli amici veri: pochi, ma sinceri.
6) Il buon cibo, meglio se consumato con una buona compagnia.
7) Contemplare il cielo in ogni parte del mondo ed in ogni momento. Nel centro di Roma come nella foresta pluviale, in riva al mare come ai piedi del Monte Rosa.
8) Chiacchierare con persone intelligenti.
9) La passione per la lettura. Un buon libro è un amico indispensabile.
10) Viaggiare, e scoprire luoghi ignoti, scorci di mondo nuovi, anche solo a pochichilometri da casa.



Ps: poco prima di aprire questo post sono andata a rileggere la mia lista, per scoprire il dinamismo interessante della vita. Se avessi dovuto scriverla oggi sarebbe stata sicuramente differente. Avrei tolto qualcosa per fare spazio al seguente punto:
- un pomeriggio di primavera mentre con Alberto ci parliamo avvolti in un rosso tramonto, seduti nella campagna romana.

venerdì 1 aprile 2011

Mia cara Virginia

Non riesco a togliermi dalla mente Virginia. Virginia Woolf. Il pensiero di lei sopraggiunge non appena mi concedo un attimo di libertà dalla frenesia e dal tepore delle novità del momento. Improvvisamente tutto scompare, e arriva lei. Si insinua tra le mie piacevoli sensazioni, lasciandomi con il fiato corto.
Non mi era mai capitato che un libro mi rilasciasse tanto disagio soltanto nel momento in cui l'avessi terminato. Nei giorni in cui l'avevo tra le mani non sempre ero convinta di portarlo a termine, in alcuni punti si lasciava leggere troppo meccanicamente, senza coinvolgimento apparente. Adesso, però, liberarmi da esso mi risulta davvero arduo. Il punto è che non riesco a staccarmi da lei, da Virginia, dalla sua controversa vena di vivere. Quelle memorie sono percorse da un'angoscia velata ma tanto insinuante. E' inevitabile pensare a quanto i suoi disturbi debbono averla tormentata molto più di quanto il libro mostri (molte delle parti più intime sono state omesse per volontà del marito). Eppure il non detto è palesemente esplicativo. La malattia di Virginia è presente, pulsa, sconvolge. Mi sconvolge.

"Eppure l'unica via eccitante è quella immaginaria. Appena metto in moto le rotelle nella mia testa non ho più molto bisogno di soldi o di vestiti, e neppure di una credenza, un letto a Rodmell o un divano" (aprile 1928).

Non sono solo dense di angoscia queste sue pagine intime, sono anche una finestra spalancata sulla letteratura, sul suo amore per le lettere e per lo scrivere. Tanti i riferimenti ai libri letti, agli autori approfonditi. Che voglia smisurata di penetrare nei classici come fa lei.

"A volte penso che il paradiso debba essere un continuo infinito leggere" (luglio 1934).

Io penso che sia un continuo leggere e un continuo amare, mia cara Virginia...




25 gennaio 1882 - 24 gennaio 1982.
28 marzo 1941, giorno in cui mette fine alla sua vita - 31 marzo 2011, finisco di leggere le sue memorie.

martedì 29 marzo 2011

La mia Sarajevo

In questi giorni di guerra libica ho pensato di frequente a Sarajevo. Lo faccio ogni qualvolta c'è una guerra. Il pensiero corre immediato ai quei primi anni '90, quando a giocare all'odio fratricida c'erano i nostri dirimpettai. L'assedio di Sarajevo rappresenterà per me sempre il dolore dei civili, lo strazio della gente comune, la distruzione di una comunità.
Nel mio piccolo mondo di bambina italiana improvvisamente irruppe l'afflizione per le tragedie della Storia. Prima di allora a scuola avevo sentito parlare di guerra tra popoli, di catastrofi, di distruzioni. La maestra mi aveva raccontato la triste storia dei bambini di Chernobyl, poi c'era stato il Muro di Berlino e subito dopo la prima guerra del Golfo. Se ne parlava a scuola, si pregava anche per le sorti delle persone; tuttavia io continuavo a piangere solo se due adulti litigavano o se un cane inseguiva un gatto (ho sempre avuto paura della sopraffazione dei più grandi sui più piccoli). Il mio mondo restava intatto, lindo, solido. Poi cominciò l'assedio di Sarjevo e nulla fu più come prima. La tragedia del popolo bosniaco mi sconvolse. Forse perchè incominciavo ad aprirmi al mondo, a intuire che oltre le amate colline ci potesse essere dell'altro. Era l'intuizione di un grande amore: il mondo.
Ricordo i soldati dai caschi blu e i giornalisti che parlavano esagitati mentre sullo sfondo bruciava la sede del Parlamento o si vedevano palazzi con crepe, fori e finestre rotte. I palazzi violentati dai cecchini: la mia immagine triste di quella città. La mia immagine della guerra, da quel momento in poi. Ogni volta che la tv trasmette le riprese girate in zone di conflitto bellico io cerco l'orrore della vicenda sui vestiti dei palazzi. Perchè? Forse perchè penso che una casa violata significhi una famiglia colpita. E una famiglia colpita, defraudata della sua tranquillità domestica, è una comunità sconvolta per tanto tempo. Troppo tempo.
Mia Sarajevo, oggi penso a te, alla tua gente, al tuo passato di lacerazioni e al tuo domani di riconciliazione. A te e alle città con i palazzi bucati.






Ultimo tango a Sarjevo

La Sarajevo degli amanti non si arrende.
Sul tavolo l’invito per il matinè di danza allo Sloga.
Naturalmente ci andiamo!
I miei pantaloni sono un po’ logori,
e la tua gonna non è proprio da Via Veneto.
Ma noi non siamo a Roma,
noi siamo in guerra.
Arriva anche Jovan Divjak. Dagli stivali si vede
che viene direttamente dalla prima linea.
Quando ti chiede un ballo sembri un po’ confusa.
Per la prima volta ballerai con un generale.
Il generale non immagina l’onore che ti ha fatto,
ma, a dire il vero, anche tu al generale.
Ha ballato con la donna più celebrata di Sarajevo.
Ma questo tango questo è solo nostro!
Per la stanchezza ci gira un po’ la testa.
Mia cara, è passata anche la nostra magnifica vita.
Piangi, piangi pure, non siamo in Via Veneto,
e forse questo è il nostro ultimo ballo.
Izet Sarajlic

domenica 27 marzo 2011

She'll look at you and smile


She'll look at you and smile
And her eyes will say
She's got a secret garden
Where everything you want
Where everything you need
Will always stay a million miles away.

sabato 12 marzo 2011

Le 10 cose per cui vale la pena di vivere secondo me

Roberto Saviano ha invitato i lettori a scrivere un elenco delle dieci cose per cui vale la pena di vivere. Dice che bisogna scriverle di getto, senza rifletterci troppo.
Aska ha aderito immediatamente e ha invitato alcuni amici a partecipare all'iniziativa. Nell'attesa di ricevere i loro elenchi (semmai arriveranno, considerata l'attendibilità italiana nel dare la parola!), ecco gli askiani punti nel marzo 2011...perchè se c'è una cosa labile nella vita è proprio l'insieme degli interessi e dei sentimenti.

1) Chiara Lubich che mi spiega il Paradiso.
2) L'Italia, tutta, da Nord a Sud.
3) Il gelato italiano.
4) I viaggi e i miraggi.
5) Il primo bacio con un nuovo amore.
6) I miei studenti che a fine lezione mi dicono "grazie".
7) L'Infinito contemplato dalla cima di una montagna dopo una faticosa scalata.
8) La letteratura del Mondo.
9) L'emozione provata di fronte all'Ascensione della Vergine di Tiziano e al Guernica di Picasso.
10) L'intensità del cielo di Lisbona in una giornata d'estate.

ps: l'undicesimo posto è tutto di Javier Bardem!

Questo l'elenco di Roberto Saviano:

1) La mozzarella di bufala aversana.
2) Billy Evans che suona Love Theme From Spartacus.
3) Portare la persona che più ami sulla tomba di Raffaello Sanzio e leggerle l'iscrizione latina che molti ignorano.
4) Il gol di Maradona del 2 a 0 contro l'Inghilterra ai mondiali del Mexico '86.
5) L'Iliade.
6) Bob Marley che canta Redemption Song ascoltato nelle cuffie mentre passeggi libero.
7) Tuffarsi ma nel profondo, dove il mare è mare.
8) Sognare di tornare a casa dopo che sei stato costretto a star via molto, molto tempo.
9) Fare l'amore.
10) Dopo una giornata in cui hanno raccolto firme contro di te aprire il computer e trovare una mail di mio fratello che dice: "Sono fiero di te"
.

sabato 5 marzo 2011

La Paloma di Veloso



Dicen que por las noches
No má¡s se le iba en puro llorar
Dicen que no comia
No mas se le iba en puro tomar
Juran que el mismo cielo
Se extremecia al oir su llanto
Como sufria por ella
Que hasta en su muerte la fue llamando

Ay, ay, ay, ay, ay
Cantaba
Ay, ay, ay, ay, ay
Gemia
Ay, ay, ay, ay, ay
Cantaba
De pasion mortal Moria

Que una paloma triste
Muy de maá±ana le va a cantar
A la casita sola
Con las puertitas de par en par
Juran que esa paloma
No es otra cosa mas que su alma
Que todavia la espera
A que regrese la desdichada
Cucurrucucu
Paloma
Cucurrucucu
No llores
Las piedras jamá¡s
Paloma
Que van a saber
De amores


Cominciamo con Ana Blandiana

Ho chiesto ad un nuovo amico, studioso di storia romena, di segnalarmi qualche autore letterario della Romania. Lui ha pensato che potessi cominciare leggendo le poesie di Ana Blandiana.
Sono particolarmente contenta di questa nuova scoperta. Le donne mi aiutano meglio a capire l'essenza del loro popolo. La Blandiana, penso, possa farlo in maniera speciale.

“La poesia è ciò che mi ha dato, come un sesto senso, la sensazione della presenza dell’altro nel mondo circostante. L’altro mi guarda dalle pietre, dalle piante, dagli animali, dalle nuvole, un altro che solo nei momenti di grande stanchezza si chiama nessuno”.

Considerata una delle maggiori poetesse romene contemporanea, tradotta in molte lingue, è nata nel 1942 a Timisoara. Il vero nome è Otilia Valeria Coman. E' stata un' importante dissidente del regime di Ceauşescu.


Il confine

Cerco il principio del male

come da bambina cercavo i margini della pioggia.
Con tutte le forze correvo per trovare
il luogo dove
sedermi a terra a contemplare
da una parte pioggia, da una parte niente pioggia.
Ma sempre la pioggia smetteva prima
che ne scoprissi i confini
e ricominciava prima
di capire fin dove è sereno.
Invano sono cresciuta.
Con tutte le forze
corro ancora per trovare il luogo
dove sedermi a terra e contemplare
la linea che separa il male dal bene.
Ma sempre il male smette prima
che ne scopra il confine
e ricomincia prima
di capire fin dove è bene.
Io cerco il principio del male
su questa terra
volta per volta
grigia e assolata.



La prima poesia segnalatami dal mio novello cicerone dell'universo romeno è la seguente:

Si dovrebbe
Dovremmo nascere anziani,
Diventare saggi,
Essere capaci di decidere il nostro destino nel mondo,
Sapere dall’incrocio primario quali strade partono
Ed essere irresponsabile solo il desiderio di camminare.
Poi diventare più giovani, ancora più giovani, andando,
Arrivando maturi e forti alla porta della creazione,
Sorpassarla ed entrare nell’amore adolescenti,
Essere bambini alla nascita dei nostri figli.
Comunque, essi sarebbero allora più anziani di noi,
Ci insegnerebbero a parlare, a cullarsi per dormire,
Noi spariremo un po’ per volta, diventando ancora più piccoli,
Quanto un chicco d’uva, quanto un chicco di grano…

(Un tempo gli alberi avevano gli occhi, Editrice Donzelli, 2005).