sabato 2 febbraio 2013

Di inverno, di sabato


Tutto questo tempo a chiedermi 
Cos'è che non mi lascia in pace 
Tutti questi anni a chiedermi 
Se vado veramente bene 
Così 
Come sono 
Così 

E' sabato pomeriggio per la signorina G. Fa freddo, piove. L'unica cosa che si può fare è pensare e pensarsi: pensare e immaginare i prossimi giorni, la fine di un faticoso progetto, l'atteso ritorno; pensarsi e immaginarsi con lo sguardo dritto e il sorriso dalle proporzioni più belle in un presente prossimo dilatato da chi è capace di donarti vita. 
Aspettare è il verbo più ricorrente nella vita della signorina G. Aspettare il suo ritorno, aspettare di diventare adulta, aspettare che ti chiamino per quel lavoro, aspettare che qualcosa cambi mentre sembra che tutto si  semplifichi, si nasconda all'interno di un'immagine proveniente dal passato. Aspettare e fermarsi, mentre qualcosa in silenzio si costruisce, prende forma, si incammina e ti trascina a tua insaputa. 

Ho aspettato a lungo 
Qualcosa che non c'è 
Invece di guardare 
Il sole sorgere 

E miracolosamente non 
Ho smesso di sognare 
E miracolosamente 
Non riesco a non sperare 
E se c'è un segreto 
E' fare tutto come 
Se vedessi solo il sole 







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