giovedì 23 febbraio 2012

Il mondo in classe

Da un paio di anni faccio un lavoro meraviglioso: insegno lingua italiana agli stranieri. Oltre ad essere un mestiere giovane e divertente, mi dà la possibilità di viaggiare per il mondo restando in patria. Ciascuno studente entra in classe portandosi dietro la propria cultura e la propria educazione (tanto da rappresentare appieno lo stereotipo del popolo di origine), ti insegna la bellezza della propria terra e ti fa venire una gran voglia di visitarla: "ah sìì, devi andarci perché li c'è questa cosa, puoi mangiare quell'altra che solo lì è troppo buona, e poi...".
Oggi, con la mia classe del giovedì, abbiamo riflettuto proprio sull'internazionalità del nostro gruppo: ci siamo guardati e abbiamo notato che rappresentavamo l'Asia (Pakistan, Afghanistan, Bangladesh), l'Africa (Etiopia) e l'Europa (Turchia e Italia). Alla mia riflessione gli sguardi sono passati rapidamente uni sugli altri, e dopo esserci "riconosciuti" nei nostri tratti somatici, abbiamo riso fieri della nostra origine. E' stato proprio  un bel momento di unione globale.
Mai come in questo mese di febbraio ho avuto tanta varietà linguistica e culturale. I miei studenti sono rifugiati politici, migranti economici, mogli di italiani, una suora, una studentessa e dipendenti di aziende internazionali. Alcuni hanno storie di guerra e di violenza alle spalle, altri sono in Italia per amore, per studio, per lavoro. Sono cattolici, ortodossi, musulmani. Quasi tutti parlano inglese, sebbene ci tengano con particolare trasporto ad insegnarmi qualche espressione nella loro lingua. Amano l'Italia per il bel tempo, le donne (come direbbero i due ingegneri turchi malandrini) o gli uomini (come risponderebbero Cathy di Pechino e Donata di Varsavia, mogli felici di maschi italiani), per il cappuccino e il cornetto, per la moda e per il mare; la detestano per i prezzi troppo alti, per la scarsità di lavoro e per la disorganizzazione (tutto come da copione, poi dice che gli stereotipi sono fasulli in tempi di globalizzazione!).
Tutti scimmiottano nell'intonazione gli italiani e si divertono ad imitare il mio di "italiano" scambiandosi sorrisini di intesa e regalandomi sorrisoni di affetto. Per tutti, ma proprio per tutti, vorrei essere una degna ambasciatrice del mio Paese, vorrei che il loro processo di integrazione potesse giovarsi del mio supporto linguistico e umano. Ogni volta che li incontro sogno di poter regalare a ciascuno di loro un pezzettino di calore domestico in un'Italia all'apparenza meno accogliente. 


Elenco del mondo che entra nella mia classe in questo mese di febbraio:

- Pakistan
- Afghanistan
- Etiopia 
- Bangladesh
- Kurdistan turco
- Grecia
- Turchia
- Ungheria
- Nigeria
- Cina 
- Romania
- Polonia

Nessun commento:

Posta un commento