Non mi resta che arrendermi all'inevitabile: le prossime due ore e mezza le dovrò passare ad ascoltare tutto il repertorio pianobaresco italiano. Che lo voglia o meno, ahimè non ho nessunissima altra alternativa. Neanche se fuggissi nel letto con don Chisciotte o con Saviano riuscirei a liberarmi di quelle note. Impossibile sottrarsi ad esse. Che almeno cantassero qualche canzone del nostro repertorio regionale, magari "Reginella", "O surdato 'nnamurato". Invece mi tocca sentire "Romagna mia"...Romagna mia nel Sannio è qualcosa di decisamente insopportabile.
"Nel mondo delle pecore ormai si narrava, oralmente e per iscritto, l'avventura della pecorella Aska che aveva incantato e giocato il terribile lupo. Ma Aska non parlò mai direttamente del suo incontro con la fiera né della sua danza del bosco. Nessuno ama parlare delle cose più grandi e difficili della vita" (Aska e il lupo, Ivo Andrić)
domenica 31 luglio 2011
Se l'orchestrina suona
Dopo una giornata passata a rovistare nel fondo del cassetto della buona volontà, dopo cena mi era venuta un'improvvisa - seppur labilissima - voglia di lavorare. Così ho preso il mio computerino e mi sono andata a sedere in veranda. Mi sembrava che ci fossero le condizioni giuste per impiegare due ore lodevolmente: di fronte a me solo il cielo stellato, qualche tetto e il nero della pianura lontana. Faccio in tempo ad aprire il documento su cui sto lavorando, quando sento arrivare una musichetta. Sulle prime non ci bado molto, faccio finta di niente. Quando, però, il volume si alza e sembra che stiano suonando vicinissimi a me, capisco che quell'inaspettato concertino ha rosicchiato velocemente tutta la pochissima concentrazione che avevo. Per di più, senza nemmeno che me ne rendessi conto, mi ha scippato la calma. Perché passi "Io vagabondo" e finanche "Bandiera gialla" ma "Ti lascerò" è veramente troppo. Anche i più pii potrebbero mettersi ad urlare come matti, al mio posto.
sabato 30 luglio 2011
Luglio 2011. Sfiorivano le viole
Non riesco a togliermi dalla testa questa canzone di Rino Gaetano. E' da qualche settimana che quotidianamente la canticchio.
Direi proprio che è stata la colonna sonora di questo lungo mese di luglio. E oggi, mentre mi preparo a spalancare le braccia al signor agosto, con un animo nuovo canto questa canzone...perché arriva sempre il momento in cui una porta comincia a chiudersi e tu la guardi con un grande sorriso beffardo.
mercoledì 27 luglio 2011
"I giorni d'estate sono vasti come un regno..."
Il mio amico Francisco, nonché mio mentore nella lingua portoghese, sul suo blog ha riportato una poesia di una delle voci più interessanti della letteratura portoghese contemporanea. Si tratta di Verão di Sophia de Mello Breyner Andresen.
Prendo spunto e riporto in questo spazio, sempre in virtù del principio che le cose belle vanno diffuse.
Os dias de verão vastos como um reino
cintilantes de areia e maré lisa
os quartos apuram seu fresco de penumbra
irmão do lírio e da concha é nosso corpo
Tempo é de repouso e festa
o instante é completo como um fruto
irmão do universo é nosso corpo
O destino torna-se próximo e legível
enquanto no terraço fitamos o alto enigma familiar dos astros
que em sua imóvel mobilidade nos conduzem
Como se em tudo aflorasse eternidade
Justa é a forma do nosso corpo.
cintilantes de areia e maré lisa
os quartos apuram seu fresco de penumbra
irmão do lírio e da concha é nosso corpo
Tempo é de repouso e festa
o instante é completo como um fruto
irmão do universo é nosso corpo
O destino torna-se próximo e legível
enquanto no terraço fitamos o alto enigma familiar dos astros
que em sua imóvel mobilidade nos conduzem
Como se em tudo aflorasse eternidade
Justa é a forma do nosso corpo.
martedì 26 luglio 2011
Nelle verdi colline con don Chisciotte
Alla fine è giunto il tempo di partire. Sembrava che dovessi andare chi sa dove quest'estate, e invece la scelta definitiva è stata correre tra le braccia della terra madre. Forse perché non c'è altro posto come "casa" in cui vorresti perderti per ritrovarti. E per ricominciare.
Così niente tre settimane in Brasile a fare volontariato e neppure niente corso di inglese in Estonia (con cotante puntatine programmate a Riga e a Helsinki). E neppure mete - per nulla bramate da me ma solo da chi mi avrebbe accompagnato - come Marrakech, Mykonos, Salonicco o la Croazia. Peccato aver rinunciato a Stoccolma e Oslo. L'unico posto in cui sarei proprio tanto voluta andare è Sarajevo: ogni anno la metto in cima ai miei desideri e poi sono costretta a rinunciarvi. Chissà la prossima estate.
Mai come quest'anno il riposo è necessario. Ho capito di essere arrivata alla frutta allorquando ho dovuto chiudere la rivista Cosmopolitan perché incapace di capire cosa ci fosse scritto. Nemmeno più uno spillo entra nella mia stremata testa. Nada de nada. Pertanto, i saggi mi perdoneranno se, durante questo mese di luglio, ho cominciato cinque libri e ne ho portati a termine zero. Nell'ordine:
1) Spiegazione degli uccelli - Antonio Lobo Antunes (letto il primo capitolo);
2) Attesa di Dio - Simone Weil (oltre la metà);
3) La gastrite di Platone - Antonio Tabucchi (5 pagine?);
4) Gran bella cosa è vivere miei cari - Hikmet Nazim (3 pagine);
5) Cristo con il fucile in spalla - Ryszard Kapuscinski (forse un quarto).
Prometto, però, che nei prossimi mesi cercherò di riprendere tra le mani almeno uno di questi (per es. Kapuscinski). Intanto, per questa lunga permanenza domestica ho come unico obiettivo terminare il don Chisciotte, che da mesi ho accantonato sul mio comodino aspettando tempi migliori per completarlo. Il cavaliere dalla Trista Figura e il mitico Sancho sono le uniche cose che ho preparato per la partenza, le uniche che voglio mettere in valigia. Mi sembra più che claro.
Punti salienti di queste prossime vacanze:
- verdi colline;
- burraco;
- sagre, concerti di musica napoletana e pure qualche puntatina in discoteca;
- evitare di incontrare l'amica superfidanzata, superabbronzata, superpagata;
- don Chisciotte e Sancho Panza;
- tanto lavoro;
- e sperare che arrivi subito l'autunno.
Hasta luego, amigos!
domenica 24 luglio 2011
Un pensiero per Amy
Mi sveglio in questa strana domenica mattina di luglio pensando ad Amy Winehouse. Apprendere della sua scomparsa mi ha messo una grande tristezza. Morire a 27 anni per overdose è ingiusto...ingiusto almeno per le mie categorie di pensiero. Così, messe da parte ogni considerazione pseudo - esistenziale, ho deciso che le prime ore di questa vacanza "forzata" debbano essere celebrate dalle sue canzone.
We only said good-bye with words
I died a hundred times
You go back to her
And I go back to.
venerdì 22 luglio 2011
Almeno nel fantastico
Acquario. Hai bisogno di raccontare le tue storie. Non è solo una buona idea, è assolutamente urgente che tu lo faccia. C’è un cumulo di narrazioni inespresse dentro di te. È come se fossi diventato un segreto troppo grande per il mondo. La pressione si sta accumulando e rischia di implodere. Perciò trova un modo aggraziato per condividere i racconti che covano dentro di te, e sottolineo la parola “aggraziato”. Non voglio che le tue storie esplodano come un vulcano nel momento e nel posto sbagliato seppellendo tutto. Hai bisogno di un pubblico ricettivo e dell’ambientazione giusta.
Quando ho letto il consiglio settimanale dell'oroscopo di Internazionale ho pensato immediatamente a questo spazio. Da un po' di tempo sembra essere diventato il muro del pianto. Ora basta, però. E' tempo di ricominciare, di ricominciare a sorridere anche digitalmente. Basta mestizia, basta lacrime salatissime di presentarvi in ogni dove, a ogni ora. Urge una svolta: guardare con occhi positivi le varie situazioni. Prendiamo il fantasma dei miei sogni estivi: venga a trovarmi tutte le notti, vuol dire che almeno in quel luogo lo vedo, lo incontro, gli parlo. Se tutto ciò non è possibile nel reale, che sia l'immaginario a darmi la possibilità di intrattenermi con te, con te che continui ad essere uno dei punti 2011 per cui valga la pena di vivere. Non fuggire via pure dalla mia testa. Non ancora per il momento. Ho bisogno di un posto ove non sentirmi condannata, ove non sentirmi sbagliata, ove sorriderti.
Bello anche l'universo digitale, mi aiuta in questo: a raccontare storie impossibili da comunicare diversamente. Speriamo solo di avere "un pubblico ricettivo" e una "ambientazione giusta". Speriamo solo che mi leggi.
"Sogna, ragazzo sogna,
quando lei si volta,
quando lei non torna,
quando il solo passo
che fermava il cuore
non lo senti più
sogna, ragazzo, sogna,
passeranno i giorni,
passerrà l'amore,
passeran le notti,
finirà il dolore,
sarai sempre tu..."
Quando ho letto il consiglio settimanale dell'oroscopo di Internazionale ho pensato immediatamente a questo spazio. Da un po' di tempo sembra essere diventato il muro del pianto. Ora basta, però. E' tempo di ricominciare, di ricominciare a sorridere anche digitalmente. Basta mestizia, basta lacrime salatissime di presentarvi in ogni dove, a ogni ora. Urge una svolta: guardare con occhi positivi le varie situazioni. Prendiamo il fantasma dei miei sogni estivi: venga a trovarmi tutte le notti, vuol dire che almeno in quel luogo lo vedo, lo incontro, gli parlo. Se tutto ciò non è possibile nel reale, che sia l'immaginario a darmi la possibilità di intrattenermi con te, con te che continui ad essere uno dei punti 2011 per cui valga la pena di vivere. Non fuggire via pure dalla mia testa. Non ancora per il momento. Ho bisogno di un posto ove non sentirmi condannata, ove non sentirmi sbagliata, ove sorriderti.
Bello anche l'universo digitale, mi aiuta in questo: a raccontare storie impossibili da comunicare diversamente. Speriamo solo di avere "un pubblico ricettivo" e una "ambientazione giusta". Speriamo solo che mi leggi.
"Sogna, ragazzo sogna,
quando lei si volta,
quando lei non torna,
quando il solo passo
che fermava il cuore
non lo senti più
sogna, ragazzo, sogna,
passeranno i giorni,
passerrà l'amore,
passeran le notti,
finirà il dolore,
sarai sempre tu..."
domenica 17 luglio 2011
Domenica sera di fatica
Per quanto tempo ancora i miei sogni verranno infestati da fantasmi maledetti? Di questo passo smetterò anche di dormire pur di evitare i penosi incontri.
Qualche progresso è stato fatto: gli occhi non si aprono più nervosi alle 6 tutte le mattine, ma un paio d'ore più tardi e un tantino infastiditi. Stiamo decisamente migliorando.
Mi ripetevo che in fondo la cosa più importante era la concentrazione durante il lavoro, quelle poche ore dedite a leggere e a scrivere avrebbero (e ci stavano quasi riuscendo nell'impresa) dovuto anche distrarmi. E invece no, da più giorni anche quei momenti vengono erosi dalle apparizioni.
Stasera, per esempio, pensavo proprio di dedicare un bel po' di tempo china davanti al computer a compiere il mio dovere, quando ogni atto di buona volontà operaia è stato bruscamente interrotto da questa canzone. In maniera del tutto imprevista le parole di "Sally" hanno cominciato a ballare nella mia testa e subito dopo - puff- si sono trasformate in calde lacrime. Inarrestabili.
Non volevo farlo, ma in questo modo ho finito per commemorare anche questo mese il dì 17.
Sally ha già visto che cosa
"ti può crollare addosso"
Sally è già stata punita
per ogni sua distrazione o debolezza.
"ti può crollare addosso"
Sally è già stata punita
per ogni sua distrazione o debolezza.
Ma forse Sally è proprio questo il senso...il senso...
del tuo vagare
forse davvero ci si deve sentire
alla fine un po' male.
Forse alla fine di questa triste storia
qualcuno troverà il coraggio
per affrontare i sensi di colpa
e cancellarli da questo viaggio
per vivere davvero ogni momento
con ogni suo turbamento
e come se fosse l'ultimo.
del tuo vagare
forse davvero ci si deve sentire
alla fine un po' male.
Forse alla fine di questa triste storia
qualcuno troverà il coraggio
per affrontare i sensi di colpa
e cancellarli da questo viaggio
per vivere davvero ogni momento
con ogni suo turbamento
e come se fosse l'ultimo.
venerdì 15 luglio 2011
Non startene al vento
Da un venerdì all'altro. Domani sarà un mese. Io continuo a celebrarlo ogni giorno. Mi consola solo che prima o poi smetterò.
Strinsi le mani sotto il velo oscuro...
"Perché oggi sei pallida?"
Perché d'agra tristezza
l'ho abbeverato fino ad ubriacarlo.
Come dimenticare? Uscì vacillando,
sulla bocca una smorfia di dolore...
Corsi senza sfiorare la ringhiera,
corsi dietro di lui fino al portone.
Soffocando, gridai: "E' stato tutto
uno scherzo. Muoio se te ne vai".
Lui sorrise calmo, crudele
e mi disse: "Non startene al vento".
(Anna Achmatova)
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