"Nel mondo delle pecore ormai si narrava, oralmente e per iscritto, l'avventura della pecorella Aska che aveva incantato e giocato il terribile lupo. Ma Aska non parlò mai direttamente del suo incontro con la fiera né della sua danza del bosco. Nessuno ama parlare delle cose più grandi e difficili della vita" (Aska e il lupo, Ivo Andrić)
lunedì 20 dicembre 2010
Lettera a Babbo Natale
sabato 18 dicembre 2010
L'albero di Natale di Francisco
giovedì 16 dicembre 2010
Cosa scrivere su un blog
Per Aska comunicare significa, da sempre, dire tutto. Un pensiero, una riflessione, una passione vanno donate agli altri, in tutte le occasioni e in ogni modo. Sulla punta della lingua le giungono fiumi di concetti impossibili da arrestare. A volte prova a darsi una disciplina, ripetendosi che sarebbe buona educazione e decoro contenersi di fronte all'impellente desiderio di aprire le porte del proprio mondo a chiunque. E potrei aggiungere che sarebbe da personcine intelligenti non soccombere di fronte all'incontenibile smania del dire. Sarebbe lodevole se tu parlassi unicamente delle questioni sociali e culturali con cognizione di causa, dimostrando acume e preparazione. Anzi, sarebbe auspicabile. Non è necessario tenere comizi in tutte le piazze della repubblica di internet, per esempio.
Ma veniamo al cuore del problema. Qualche giorno fa una chiacchierata speciale le aveva fornito l'humus per creare un post. Rileggendolo, però, le si insinua uno strano tarlo. Così decide di sottoporlo ad un tribunale. Il giudizio unanime sentenzia: "è personale". Prova a difendersi dichiarando che è sì personale ma è anche e soprattutto romanzato.
Come mai la parola "personale" l'ha colpita tanto? In fondo, quello espresso dalle persone chiamate a valutare, è un giudizio legittimo, rispondente al vero. Il disagio nasce dal fatto che esso si tira dietro, in maniera inevitabile, il seguente interrogativo: cosa è giusto scrivere su un blog per non scadere nel volgare? La risposta dovrebbe essere semplice per te, Aska. Eppure tentenni. Ti interroghi fino a che punto il personaggio pubblico debba scoprire le parti più intime e personali. Strano questo tuo interrogarsi. Hai sempre aborrito questo nostro mondo moderno che non ama i veli e le censure, troppo succube dell'irrefrenabile desiderio di mettere in mostra beltà e pensiero senza utilizzare il buongusto e la misura. Poi in un pomeriggio di inedia dicembrina cadi anche tu nel tranello. E se gli altri te lo fanno notare sgrani gli occhi sconcertata, adducendo la scusa che ciascuno decide di pubblicare in base alla mission data al proprio mezzo. Non è proprio deontologico, o almeno non lo è secondo la tua deontologia. Se cominci a barattarla vuol dire che la tua danza sta perdendo intensità, Aska. Non permettere al lupo di avvicinarsi troppo, solo perchè ti sembra corrispondente alle logiche della cultura imperante.
La cosa più saggia che tu abbia fatto è stata schiacciare il tasto "cancella post". Perchè a volte nella vita donare il silenzio è proprio la cosa più saggia che si possa fare.
Poichè hai tutto da apprendere
E' un freddo pomeriggio di dicembre. Per non lasciarmi incantare dalla noia latente tipica dei pomeriggi invernali, provo a tenermi occupata con la traduzione di L'educazione dello stoico di Pessoa, in attesa che giunga un'ora decente per incoronarla "ora di cena" e porre fine a questa inedia irritante. Ritengo che questo illustre portoghese possa essere una compagnia più che dignitosa in questo momento. Ho, però, tra le mani un testo non proprio semplice, ma non per le strutture grammaticali (a fronte c'è la versione in italiano, che mi aiuta a decifrare i periodi più complessi), ma per i concetti. Non sono sufficientemente desta per seguire appieno i lamenti pessoani, non ho predisposto la mia anima ad accogliere riflessioni sulla vacuità dell'esistenza. Insomma, non sono concentrata. Solo una frase riesce a rubarmi concentrazione: nao ensines nada, pois ainda tens tudo que aprender - non insegnare niente, poiche hai ancora tutto da apprendere. Appunto, tutto.
lunedì 13 dicembre 2010
Un consiglio per Natale: Fiabe giuridiche

Natale si avvicina e tutti sono occupati a cercare il regalo più adatto da comprare (tutti, tranne chi scrive, perchè fare i regali non è di suo gradimento. E, di fatto, li fa sistematicamente in ritardo. Ovvero li compra quando "sente" che è il momento giusto).
Non vuole, però, perdere l'occasione di entrare nel club di chi in questi giorni ama sciorinare consigli sui doni da scegliere. Allora, si permette di consigliare qualcosa che veramente vale la pena di acquistare, ovvero Fiabe giuridiche di Ester Molinaro. Il libro si pone l'obiettivo di insegnare ai più giovani il diritto attraverso le storie di piccoli personaggi di tutto il mondo. Ma non è solo un libro per bambini, è piacevole (e utile) anche agli adulti.
L'autrice è una giovane avvocato, sensibile alle tematiche della fratellanza, del rispetto e della solidarietà. Dichiara: "L´idea di scrivere fiabe giuridiche nasce durante gli anni in cui studiavo diritto all´università di giurisprudenza e insegnavo musica in una scuola elementare. Prima di iscrivermi all´università non poche persone mi parlavano del diritto come una materia arida, profondamente mnemonica e lontana da qualsiasi forma di creatività. Iniziando a studiare capivo invece che il mondo delle norme è particolarmente vicino all´esperienza umana, che dietro al serio linguaggio degli articoli le parole si muovono in una danza di creazione ed interpretazione, che il diritto deve essere al servizio della vita, che il diritto è nell'esistenza (per leggere l'intera intervista si vada: http://www.dirittominorile.it/news/news.asp?id=684).
E' edito da Arena con il patrocinio dell'Unicef. I proventi saranno devoluti ad ALI GIURIDICHE, un progetto di istruzione ideato dall’autrice, che ha come finalità l’educazione e la formazione di bambine e bambini della Somalia, oltre a contribuire allo stanziamento di borse di studio per gli studenti somali in materie giuridiche.
Se non si riesce a trovare Fiabe giuridiche nelle librerie, si può rinvenirlo nel seguente modo:
• bonifico sul conto BANCA ETICA n. 512510 - intestato a “Rivista di Diritto Minorile” – ABI 05018 - CAB 12100 –
• bollettino postale sul ccp n. 70906524 . intestato a Rivista di Diritto Minorile. Inviare copia della ricevuta di versamento via fax al numero 0881-330317– o via email a redazione@dirittominorile.it.
Il costo di ogni copia è di 10,00 euro (a cui vanno aggiunte le eventuali spese di spedizione).
domenica 12 dicembre 2010
Il Fado, la saudade e Maria Lisboa
Saudade! Gosto amargo de infelizes,
Delicioso pungir de acerbo espinho,
Que me estás repassando o íntimo peito
Com dor que os seios d'alma dilacera,
- Mas dor que tem prazeres - Saudades!
Saudade! Gusto amaro di infelici,
Dolce puntura di agreste rovo,
Tu trapassi il profondo del mio petto
Con un dolore che lacera l'anima,
Ma dolor dilettoso, Saudade!
Sì, è decisamente meno mesta. E' forse per questo che la prima cosa a cui hai pensato è stato di ascoltare un po' di Fado, ovviamente quello a te felicemente caro. Maria Lisboa, cantata da Mariza, allarga proprio il sorriso (per una serie di motivi, tutti personali):