sabato 29 giugno 2013

Ciao, Margherita


"Tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle, tutti gli elementi dall’idrogeno all’uranio sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle".

Ciao, Margherita!
Ti ricordo in questo strano sabato di giugno, mentre provo a stare dritta all'interno della mia Via Lattea con quella nostra medesima sete di Infinito.



Io sto bene quando sto lontano da me, 
dove nessuno sa chi sono e dove niente mi riguarda, 
dove l' ignoto ha il suo profumo e io vado incontro al mio destino, 
seduto accanto ad un finestrino e con in tasca il passaporto e all'orizzonte un nuovo viaggio, 
con quella libertà speciale che ha solo l' uomo di passaggio.
Lontano da me, Niccolò Fabi

venerdì 28 giugno 2013

Il giro del mondo in 80 giorni

Le tour du monde en quatre-vingts jours, Jules Verne, 1873

Aveva viaggiato, Sir Phileas Fogg? C’era ragione di supporlo, dato che nessuno meglio di lui conosceva la carta geografica del mondo. Non esisteva paese, per quanto remoto, di cui egli non mostrasse di avere profonda nozione. Talora con poche parole brevi e chiare rettificava le mille dicerie che circolavano al Club a riguardo di viaggiatori ritenuti periti o dispersi. Indicava le varie probabilità; e gli avvenimenti finivano sempre per dargli ragione, tanto che le sue parole venivano ritenute come ispirate da un sesto senso. Certo, Sir Phileas Fogg era un uomo che doveva aver viaggiato il mondo intero, almeno in spirito.

Around the world in 80 days, di Michael Anderson, 1956

In quel singolare paese [gli Stati Uniti d'America], nel quale gli uomini sono, certo, all’altezza delle istituzioni, tutto si fa a quadratura perfetta: le città, le case e le sciocchezze.


Avvenne pure che, quel 23 novembre, Passepartout provasse una grande gioia. Si ricorderà che il testardo giovane aveva voluto assolutamente conservare l’ora di Londra sul suo famoso orologio di famiglia, ritenendo false tutte le ore dei paesi che attraversava. Quel giorno, benché egli non l’avesse mai messo né avanti né indietro, l’orologio si trovò d’accordo con il cronometro di bordo.
C’è da figurarsi il trionfo di Passepartout! Egli avrebbe voluto sapere che cosa avrebbe potuto dire quel Fix, se fosse stato presente.
«Quel briccone che mi raccontava un mucchio di storie sui meridiani, sul Sole e sulla Luna!» ripeteva fra sé Passepartout. «Eh, che gente, quella! Ad ascoltar loro, si farebbe una bella orologeria! Ero sicuro che, un giorno o l’altro, il Sole si sarebbe deciso a regolarsi sul mio orologio!…»



giovedì 27 giugno 2013

Noi che

Dunque il Piano Letta prevederebbe misure per favorire l'occupazione tra gli under 30 e gli over 50. Qualche precario potrebbe vedere tramutato il suo contratto a tempo indeterminato (il sogno dei sogni per una buona fetta di italiani in età lavorativa). Mentre noi, giovani adulti, non siamo così urgenti da meritarci il piano emergenza lavorativa. Bene. Anzi, male. 
Male, malissimo per noi che continueremo a sopravvivere con quei contrattini che ci impediscono di affrancarci e di renderci degli adulti completi, in grado di possedere una propria casa, dei propri affetti, delle scelte maturate e perseguite. Continueremo ad aspettare e a non scegliere, mentre gli anni implacabilmente passeranno nel tentativo quotidiano di tenere i pensieri in equilibrio.
Male, molto male per il nostro Paese: siamo noi, giovani adulti SENZA PRIVILEGI DI CETO (perché chi proviene da determinati ambienti, seppur a fatica, il proprio posto al sole ce l'ha o lo raggiunge. Provate a guardare tra le vostre conoscenze cosa stanno facendo e come stanno vivendo i figli degli operai o degli impiegati, e paragonate la loro vita a quella dei figli del ceto medio alto. La realtà del momento presente è tutta lì: in quelle vite. Tra chi passa il tempo a mandare CV e chi andrà ad agosto in Sardegna)...dicevo: siamo noi, giovani adulti senza privilegi di ceto, ad essere maggiormente penalizzati. Ovviamente. 
Chi ha il piacere di governarci dimentica che noi dovremmo essere la colonna vertebrale di questo Paese: siamo tanti, siamo nel pieno delle nostre energie fisiche e mentali, siamo nell'età della fecondità. Il futuro del Paese è nelle nostre mani proprio in virtù del potenziale numerico e generazionale che abbiamo. Ogni famiglia che non possiamo costruire oggi, ogni figlio che non possiamo mettere al mondo, ogni competenza, ogni idea, ogni studio che non possiamo mettere a frutto, ogni cervello che va via, è una granata che cade sul benessere del nostro Paese adesso e nel futuro. Tenerci fermi è un danno che ci costa caro, più dello spread, più degli F35. 

mercoledì 12 giugno 2013

Nell'Italia di Gaetano

Avvinta da pensieri di incertezza e di malinconia, avevo cominciato la giornata con un concerto di sbruffi ripetuti a più riprese e con una voglia non proprio esaltante di dedicarmi a mansioni di pubblica utilità (fatta eccezione per l'aspirapolvere passata subito dopo la colazione). Mentre mi trascinavo da una stanza all'altra, dal letto alla sedia, ho pensato che uno dei peccati mortali che compio quotidianamente è quello di non ritagliarmi più del tempo per la lettura. Il risultato è più che palese: mancanza di idee, tedio, un eloquio sempre più in balia del dialetto e uno scritto sempre più corto. 
Così ho trascinato i piedi fuori dal portone di casa, mi sono inerpicata su ripidi scalini e sono giunta alla biblioteca comunale. Appena entrata l'aria fresca del palazzo antico mi ha rasserenato - portandomi alla memoria gli anni in cui andavo lì a lezione di pianoforte quando ero una bambina che nei freddi e piovosi pomeriggi invernali l'ultima cosa che avrebbe fatto era proprio andare ad una lezione di solfeggio (nel Palazzo Sannia ha sede non solo la biblioteca, ma anche l'Accademia di musica: www.incampania.com/beniculturali).
Ad accogliermi - come sempre e per fortuna - c'è Gaetano e il suo garbo. La responsabile - come sempre e per fortuna - era in giro per "commissioni", mentre lui - giovane, laureto in beni culturali, con un contratto ridicolo e tanta passione e sensibilità per i libri (tutti requisiti che mancano a chi risiede nel posto di comando) - si occupa dell'accoglienza al pubblico, della catalogazione, dell'archivio e di altre cose. L'ho trovato mentre digitalizzava un documento dell'archivio onciario, con una cura e un rispetto che mi hanno commosso. Così ci siamo messi a parlare del suo lavoro. "Informatizzo la nostro storia non solo per rispetto nei confronti dei libri antichi, ma anche perché vorrei che la mia nipotina un giorno potesse accedere a questi beni. Devo pensare agli studiosi di oggi, ma anche e soprattutto a chi verrà dopo": in questo pensierioc'è la spiegazione del perché il nostro Paese si trovi in una situazione tanto tanto penosa. Gaetano è il volto bello della mia generazione, il volto istruito, educato, sensibile, che compie il proprio lavoro come una missione, che ha senso di responsabilità e coerenza; è quel volto tagliato fuori da tutto, che vive nell'oscurità, che non ha importanza, che viene sempre dopo quegli adulti ben ancorati ai propri privilegi e quei giovani arroganti e ignoranti che occupano indebitamente posti non loro, gente preoccupata solo ad arraffarsi il presente. 
Un'Italia in mano a Gaetano e ai suoi amici sarebbe un posto diverso: un posto ove la cultura, i libri, la storia, assieme al rispetto, all'educazione e alla competenza verrebbero considerati valori per i quali vivere. 

Grazie a tutti i Gaetani nascosti nelle proprie "biblioteche". 

venerdì 7 giugno 2013

A poche ora da una nuova "lontananza"














Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l'un l'altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l'ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perché insieme è gioia…
Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.

Pablo Neruda